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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2014 alle ore 19:47.
L'ultima modifica è del 14 gennaio 2014 alle ore 20:40.

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Davide Faraone (Ansa)Davide Faraone (Ansa)

Sono 97 fra deputati e funzionari dell'Assemblea regionale siciliana gli indagati per illecito utilizzo dei rimborsi spettanti ai gruppi parlamentari. La procura di Palermo ha notificato 13 inviti a comparire a ex parlamentari della scorsa legislatura che risponderebbero di peculato.

Alcuni deputati sono tuttora in carica, altri hanno terminato il mandato. Oltre ai parlamentari sono inquisiti 14 consulenti e dipendenti dei gruppi. L'indagine ha scandagliato la penultima e la terzultima legislatura. La maggior parte degli illeciti contestati sarebbero riferiti alla scorsa. Tra gli indagati - oltre all'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e all'ex presidente dell'Ars Francesco Cascio - anche Davide Faraone, deputato del Pd responsabile del Welfare nella segreteria formata da Matteo Renzi. Coinvolti inoltre i deputati Nino Dina, Salvatore Cordaro, Gaspare Vitrano, Massimo Ferrara, Franco Mineo, Giuseppe Lupo, Bernardo Mattarella, Cateno De Luca, Riccardo Savona, Lino Leanza, Paolo Ruggirello, Salvino Pantuso, Carmelo Curenti e Alessandro Aricò.

L'inchiesta è stata condotta dalla Guardia di Finanza e ha preso il via nel 2012. Le Fiamme Gialle nelle scorse settimane hanno depositato in procura un'informativa con i risultati degli accertamenti.

«Benissimo la Procura: indaghi. E se c'è qualche ladro deve pagare. Sono certo che emergerà chiaramente se c'è qualcuno che ha rubato e ha utilizzato le risorse per lucro personale». Lo ha affermato in una dichiarazione l'esponente siciliano della segreteria del Pd Davide Faraone, sull'inchiesta sulle spese pazze alla Regione Sicilia in cui risulta coinvolto. «Per quel che mi riguarda - ha sottolineato Faraone- non ho ricevuto al momento alcuna comunicazione e sono comunque serenissimo. Anzi, quanto accaduto sarà l'occasione per far conoscere a tutti i modi in cui ognuno di noi utilizza le risorse destinate a fini politici e di rappresentanza».

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