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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2014 alle ore 06:43.

Banca d'Italia a settembre 2013 descrive il debole l'andamento dell'industria dei mezzi di trasporto, un tempo locomotiva, mentre fa risaltare l'espansione del settore aeronautico (si veda l'articolo in pagina). Di fronte a un quadro economico tanto complesso le ricette di politica industriale approntate finora si rivelano inefficaci.Ventennali progetti restano bloccati, come quelli per Bagnoli, con una bonifica interrotta dalle indagini della magistratura, opere pubbliche quasi ultimate ma già cattedrali nel deserto e investimenti privati che non trovano convenienza. O altri grandi progetti – così definiti dalla Regione Campania che ha concentrato su di essi 2 miliardi – che arrancano. Come quello per il porto di Napoli, con una dote di 250 milioni, alla vigilia di Natale travolto da scandali su appalti truccati. Decapitata la governance, oggi è retto da un commissario, il comandante generale delle Capitanerie di Porto, Felicio Angrisano. In attesa che tra ministero, regione, comune e camera di commercio si trovi l'intesa sul nuovo presidente. Nè migliora la condizione delle aree industriali, per pulizia, ordine pubblico, dotazione infrastrutturale e costi, sebbene non manchino alcune imprese locali, tra cui a esempio Getra e Harmont & Blaine o il pastificio Pallante e il cantiere nautico Salpa che da tempo vorrebbero spazi su cui ampliare o trasferire la propria produzione. E la tutela e valorizzazione di tesori dell'arte e dell'archeologia – in primis Pompei e la Reggia di Caserta – resta un miraggio per misteri di politica e burocrazia.
Intanto «la Campania ha raggiunto un livello di certificazione della spesa europea al 31 ottobre 2013 pari al 25% della dotazione – registra Graziano –: quale sarà il destino delle risorse non spese dopo il 2015?». «Dalla corretta spesa dei fondi europei – precisa Tuccillo – può arrivare una scossa all'economia». La conferma è di Banca d'Italia, che prevede che nel 2014 il Pil potrà tornare a crescere, ma – segnala – sarà possibile «se verrà accelerata la spesa dei fondi europei». Da parte loro le imprese però non programmano investimenti. Lo studio Format Research su 1.100 imprese napoletane rivela che solo il 12% prevede investimenti nei prossimi due anni. Tutti gli altri aspettano tempi migliori.
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Il rating
PRODUZIONE
Soffrono tutti i comparti, maggiormente quello delle costruzioni, che ha perso
il 39% e lasciato senza lavoro 70mila addetti
INSUFF.
EXPORT
A causa della situazione nella Terra dei fuochi, sono crollate le esportazioni di mozzarella di bufala, conserve, pomodori, prodotti tipici
INSUFF.
INVESTIMENTI BLOCCATI
Numerosi progetti sono fermi da decenni: la riqualificazione di Bagnoli, il porto di Napoli, la valorizzazione dei tesori architettonici
INSUFF.
FONDI EUROPEI
Bankitalia prevede una crescita del Pil solo se verrà accelerata la corretta spesa dei fondi europei
BUONO

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