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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2014 alle ore 06:44.

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La minaccia internazionale non è certo un buon viatico per la situazione geopolitica dei tre principali poli siderurgici italiani. I punti interrogativi sul futuro industriale dell'Ilva di Taranto, affidata alle cure del commissario Bondi, sono ancora numerosi. Lucchini, in amministrazione straordinaria da un anno, deve ancora trovare la quadratura sul piano di cessione: i pretendenti sembrano recalcitranti a investire, sia a Piombino che a Trieste, e il territorio chiede a gran voce un accordo di programma funzionale a tutelare le migliaia di occupati delle aziende del gruppo. Grande punto interrogativo anche sul futuro di Ast: dopo il clamoroso colpo di teatro di Outokumpu, che ha ri-venduto gli asset italiani ThyssenKrupp, il Governo chiede dettagli sul progetto industriale dei tedeschi, sospettando il rischio di un mero «parcheggio» per gli umbri.
Per quanto riguarda le fonderie, i dati più recenti di Assofond segnalano, nel 2013, una diminuzione del 3% della produzione di ghisa, con un fatturato calato del 9 per cento. Preoccupa soprattutto il calo dei ricavi all'estero: -37% a settembre rispetto a gennaio. Le meccanica varia, l'oleodinamica e i riduttori restano il mercato più significativo, con il 18 per cento del prodotto venduto. A seguire la siderurgia (17%) e l'edilizia con le opere pubbliche (16 per cento).
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Il rating
PRODUZIONE
Sulla base delle stime di Federacciai, la produzione di acciaio a fine anni cala del 12,2% a 23,924 milioni di tonnellate, oltre 3 milioni in meno sul 2012. I lunghi a novembre sono in calo del 4%, mentre la produzione di piani cala del 19%, anche a causa delle difficoltá Ilva
INSUFF
MERCATO DOMESTICO
Nel 2014 ci si aspetta una piccola ripresa. Per i settori utilizzatori si prevede un incremento del 3,1% per l'automotive e del 2,5% per la meccanica, +4 per cento invece la performance attesa per i tubifici

BUONO
ESPORTAZIONI
Le esportazioni hanno registrato nei primi 9 mesi nel 2013 un calo dell'11,2%. Bene i lunghi, in maggioranza venduti in nord Africa: le vendite salgono del 6,2%, oltre 3 milioni di tonnellate.

MERCATI ESTERI
La situazione, per quanto riguarda le vendite all'estero dei lunghi in nordafrica, non dovrebbe registrare sostanziali variazioni nel 2014, nonostante i timori legati all'aggressività degli operatori turchi
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