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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2014 alle ore 17:52.
L'ultima modifica è del 16 gennaio 2014 alle ore 19:36.

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Sono tre le ipotesi di lavoro proposte dal segretario del Pd, Matteo Renzi: rivisitazione del sistema spagnolo, del Mattarellum, del doppio turno. Renzi si è detto «pronto a incontrare tutti, purché si chiuda su una cosa che serva agli italiani». Per il segretario del Pd, come ha scritto nella lettera ai partiti, la legge elettorale dovrà essere «maggioritaria, che garantisca la stabilità e l'alternanza, che eviti il rischio di nuove larghe intese». Attualmente Renzi media con Berlusconi per una convergenza sul modello spagnolo. Ma il sindaco tratta anche sul Mattarellum rivisitato. Il Nuovo centrodestra, invece, ha una preferenza per il modello dei sindaci. Il M5S proporrà una sua linea, discussa, decisa e votata in rete. Sul Mattarellum corretto potrebbero convergere anche Sel e Scelta civica. Ecco i tre modelli proposti da Renzi.

Il modello spagnolo
La riforma sul modello della legge elettorale spagnola prevede una divisione del territorio in 118 piccole circoscrizioni con attribuzione alla lista vincente di un premio di maggioranza del 15% (92 seggi). Ciascuna circoscrizione elegge un minimo di quattro e un massimo di cinque deputati. Soglia di sbarramento al 5%. In pratica si tratta di un proporzionale molto corretto, dagli effetti spesso maggioritari. È stato pensato per ottenere due effetti: un grado elevato di bipartitismo complessivo e una buona rappresentanza dei partiti regionali. Bipartitismo con federalismo, insomma, disincentivando invece la presenza di partiti minori nazionali.
Questo insieme di elementi avvantaggia i partiti più grandi. Ma, allo stesso tempo, non penalizza le formazioni regionali i cui consensi sono concentrati in specifiche circoscrizioni e consente alle formazioni nazionali capaci di superare la soglia di sbarramento in sede circoscrizionale di conseguire una rappresentanza parlamentare, sia pure di più ridotte dimensioni. Il sistema appare facilmente adattabile, dato che sarebbe sufficiente prendere le attuali circoscrizioni e frammentarle in tante circoscrizioni provinciali autonome.
Il modello spagnolo prevede, però, che le liste siano "bloccate": non è previsto il voto di preferenza (che del resto è sconosciuto a numerose democrazie dell'Occidente ed esiste solo in pochissimi Paesi al mondo), ma il numero molto basso di candidati che compongono le liste (nella gran parte delle circoscrizioni solo tre, quattro o cinque) consente comunque un buon rapporto di conoscenza e di relazione tra elettori e candidati. Va, però, ricordato che la Corte costituzionale in Italia ha bocciato le liste chiuse del Porcellum.

La rivisitazione del Mattarellum
La seconda proposta targata Matteo Renzi prevede una riforma elettorale sul modello della legge Mattarella rivisitata. Previsti 475 collegi uninominali e l'assegnazione del 25% dei collegi restanti attraverso l'attribuzione di un premio di maggioranza del 15% e di un diritto di tribuna pari al 10% del totale dei collegi.

Doppio turno di coalizione dei sindaci
La terza proposta prevede la riforma sul modello del doppio turno di coalizione dei sindaci. Chi vince prende il 60% dei seggi e i restanti sono divisi proporzionalmente tra i perdenti. Possibile sia un sistema con liste corte bloccate, con preferenze, o con collegi. Soglia di sbarramento al 5%

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