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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2014 alle ore 15:33.
L'ultima modifica è del 18 gennaio 2014 alle ore 18:09.

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Davide Vannoni (Ansa)Davide Vannoni (Ansa)

Sarebbero 20 in tutto gli indagati a conclusione dell'inchiesta sulla Stamina Foundation aperta dalla procura di Torino. Lo si apprende da ambienti investigativi, che confermano che nei 20 rientrano gli otto nuovi avvisi di garanzia che sarebbero pronti e che riguardano anche Davide Vannoni.

In tutto 20 indagati
Oltre a Vannoni, gli avvisi riguardano le stesse persone che fanno riferimento agli Spedali Civili di Brescia e alla Regione Lombardia sui quali, poco prima dello scorso Natale, gli ispettori inviati dal pm Raffaele Guariniello avevano svolto approfondimenti. Agli altri 12 indagati la Procura di Torino aveva già mandato avviso di chiusura indagini nell'agosto 2012.

Per Vannoni «esercizio abusivo della professione medica»
Vannoni è indagato, oltre che per somministrazione di farmaci imperfetti ed esercizio abusivo della professione medica, anche per violazione della legge sulla privacy. Sul profilo Facebook della Fondazione, infatti, è stato pubblicato un video - che il Garante per la privacy ha appena chiesto a YouTube di rimuovere - con i presunti miglioramenti di una bambina torinese dopo la cura. La famiglia della piccola si era rivolta alla trasmissione televisiva di Rai Tre 'Presa Direttà dove aveva sostenuto di avere pagato 50 mila euro per infusioni praticate a Trieste senza che poi ci fosse stato alcun cambiamento.

Il video della bimba malata
Intanto il Garante per la privacy ha chiesto a You Tube di rimuovere il video pubblicato dal Movimento Pro Stamina Italia, nel quale viene ripresa una bambina di quattro anni gravemente malata. Il video mostra in chiaro il volto della bambina, rendendola così chiaramente identificabile, e lede in modo gravissimo la dignità della piccola malata, determinando una indebita diffusione di dati personali, particolarmente sensibili, in completa violazione del Codice sulla protezione dei dati personali. Il Garante - spiega una nota dell'Autorità - ha adottato un provvedimento di blocco del video e chiede che in queste ore lo stesso non venga riprodotto e rilanciato da altri siti, blog e media».

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