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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2014 alle ore 10:07.
L'ultima modifica è del 21 gennaio 2014 alle ore 13:44.

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«Non credo sia giusto creare false illusioni: ottenere una wild card per il prossimo Mondiale in Spagna sarà molto difficile, ma ovviamente stiamo facendo tutto il possibile per esserci». Gianni Petrucci, presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, risponde così, in modo diretto e senza giri di parole, alla domanda sulla possibile partecipazione azzurra a un Mondiale sfumato, ormai a un passo dal traguardo, con l'ottavo posto all'Europeo dello scorso anno.

«Per una wild card - dice Petrucci - dovremo battere la concorrenza di Russia, Turchia e Grecia, solo per restare tra le Europee. Nazionali molto forti e con tradizione, quindi anche se c'è sempre la speranza non possiamo nasconderci le difficoltà. Ricordando inoltre che noi una wild card, per il mondiale in Giappone del 2006, l'abbiamo già ottenuta. La Grecia mai».

Presidente Petrucci, non possiamo dimenticare che proprio l'ultimo europeo, con una bellissima prima fase della nostra Nazionale, ha riavvicinato gli appassionati ai colori azzurri.

«Pianigiani e il suo gruppo hanno rilanciato l'amore per la Nazionale in un momento molto difficile, con la squadra falcidiata dagli infortuni. La partecipazione in Slovenia è stata davvero stupenda e io non posso che ringraziarli per quello che hanno fatto. Questa è una delle Nazionali, tra le tante che visto, che ho più a cuore. Durante gli europei non c'è mai stato un problema, mai un litigio, nessuna gelosia. Sono arrivati alle ultime gare stremati, hanno dato tutto quello che potevano».

Qual è il rapporto con i giocatori italiani della Nba?

«Buonissimo, sono davvero dei ragazzi stupendi. Hanno già sottoscritto una dichiarazione con cui si rendono disponibili per il prossimo mondiale in caso di wild card, si informano sempre, sono a tutti gli effetti "dentro" la Nazionale. Anche Gallinari, che è reduce da un brutto infortunio. Ho appena parlato con suo papà (Vittorio, grande ex di Milano) per tenermi aggiornato sulla rieducazione. Gallinari è un nostro patrimonio e ama la Nazionale».

Gli europei, con le molte assenze per infortunio dei big, sono anche stati la dimostrazione che i nostri giovani non sono poi così scarsi, anzi. E che facendoli giocare sono assolutamente in grado di reggere il confronto a livello internazionale. Non è che dovremmo avere un po' più di coraggio anche nel campionato, invece di rincorrere sempre i giocatori stranieri?

«Assolutamente si. Ho sempre avuto la convinzione che gli italiani ci fossero, e di ottima qualità. In Slovenia abbiamo visto giocatori come Melli e Poeta, che adesso gioca in Spagna, o come Aradori, Gentile e Cusin: senza dubbio molto meglio di tanti stranieri mediocri che vediamo nelle nostre squadre in campionato. Io sono sempre stato un sostenitore della linea che punta a far giocare soprattutto gli italiani, ma non dobbiamo dimenticare che esistono delle regole dell'Unione europea e che non possiamo varare regole restrittive. Senza dubbio però la questione merita di essere affrontata. Al prossimo incontro con i presidenti dei club alle Final Eight di Coppa Italia farò una domanda: conviene o no tenere aperto il mercato tutto l'anno? La risposta spetta a loro, ma quanti cambiamenti vediamo durante la stagione? È davvero la cosa più giusta?».

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