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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2014 alle ore 15:04.
L'ultima modifica è del 22 gennaio 2014 alle ore 08:41.

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L'Italia è il Paese che ha conosciuto dal 2008 il declino più elevato della situazione sociale di chi lavora: oltre il 12% degli occupati non riesce a vivere del suo stipendio. Solo Romania e Grecia fanno peggio (oltre il 14%) ma la loro situazione era grave già nel 2008: lo afferma lo studio della commissione Ue sull'occupazione dal titolo: "Employment and Social Developments in Europe Review".

Andor: in Italia crescono disoccupazione e povertà
Un grido di allarme lanciato dal commissario Ue al lavoro Lazlo Andor, che, presentando il rapporto 2013 su occupazione e sviluppi sociali dove l'Italia spicca per alta disoccupazione e povertà di chi lavora, ha detto: «In Italia non cresce solo la disoccupazione ma anche la povertà».

Italia Paese peggiore per chi perde lavoro
Non solo. L'Italia, secondo il rapporto Ue, è il Paese peggiore d'Europa per chi perde il lavoro: le possibilità di trovarne un altro entro un anno sono tra il 14 e il 15%, cioè le più basse di tutti i 28 Stati membri dell'Ue.

L'Ue: ridurre disoccupazione e povertà
Nel rapporto della commissione Ue si sottolinea come il significativo aumento della povertà tra la popolazione in età lavorativa è una delle più tangibili conseguenze della crisi economica. Per un'inversione di tendenza potrebbe non essere sufficiente una riduzione graduale dei livelli di disoccupazione, se si dovesse confermare la «polarizzazione delle retribuzioni», dovuta in particolare all'aumento del lavoro part-time. Il rapporto evidenzia inoltre come l'accettazione di un posto di lavoro possa aiutare a uscire dalla povertà solo nella metà dei casi: molto dipende dal tipo di lavoro trovato e anche dalla composizione del nucleo familiare e dalla situazione del partner sul mercato del lavoro. «Per una ripresa duratura, che non si limiti soltanto a ridurre la disoccupazione, ma faccia anche diminuire la povertà, dobbiamo preoccuparci non solo della creazione di posti di lavoro, ma anche della loro qualità», ha dichiarato il commissario Andor.

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