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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2014 alle ore 13:34.
L'ultima modifica è del 21 gennaio 2014 alle ore 16:43.

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Le operazioni di trasbordo delle armi chimiche provenienti dalla Siria dureranno «dalle 8 alle 14 ore, al massimo 16», spiega il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, lasciando Palazzo Chigi dopo l'incontro con il Governo. Il trasferimento dei container avverrà in mare, aggiunge il Governatore, «in un raggio di sicurezza che non coinvolge il territorio. Una indicazione molto utile per i cittadini, che dà serenità» e che scioglie «la preoccupazione che si è vissuta in questi giorni».

L'ipotesi di un trasbordo in mare: le perplessità
Sull'ipotesi di un trasbordo in mare tuttavia non mancano perplessità: un'operazione del genere, è convinzione diffusa tra gli addetti ai lavori, si può effettuare solo in banchina. L'ipotesi di un trasbordo in mare non viene peraltro ventilata nemmeno nella nota della Presidenza del Consiglio dei ministri, emessa nel pomeriggio, a poche ore dalla conclusione del vertice a Palazzo Chigi.

Il sindaco di San Ferdinando: ancora pronti a chiudere il porto
«Non ci ha convinti perché ha detto che l'operazione non comporterà rischio alcuno, noi non ci crediamo altrimenti non prenderebbero tutte queste precauzioni», afferma Domenico Madaferri, sindaco di San Ferdinando,dove si trovano gran parte delle banchine del porto di Gioia Tauro. Intervenuto a Effetto Giorno, su Radio 24, Madaferri - che ha partecipato all'incontro a Palazzo Chigi - ricorda: «Siamo in attesa del responso di un esperto di diritto navale per capire se possiamo chiudere il porto. Se il responso fosse positivo lo faremo». E se fosse concesso a Gioia Tauro lo status di Zona economica speciale? «Il presidente Scopelliti aveva cercato di porre questo problema, ma noi non siamo d'accordo al baratto. Non siamo venuti a Palazzo Chigi a piangere, ma a fare il nostro dovere di rappresentanti della comunità», risponde il sindaco di San Ferdinando.

L'incontro a Palazzo Chigi
Oltre a Scopelliti e a Madaferri, il premier Letta ha ricevuto questa mattina a Palazzo Chigi, insieme al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi e ai ministri Lupi e Orlando, il sindaco di Gioia Tauro, il presidente dell'Autorità Portuale di Gioia Tauro, i membri del Comando Generale delle Capitanerie di Porto, l'amministratore delegato di Medcenter Container Terminal e il vicepresidente Terminal Marittimi del Gruppo Contship.

Il Governo: preoccupazione che non risponde alla realtà
Una nota di Palazzo Chigi, emessa nel pomeriggio, spiega che la preoccupazione delle popolazioni interessate nei confronti della «movimentazione del materiale proveniente dalla Siria nell'ambito delle iniziative della comunità internazionale per la pacificazione e il disarmo bellico nel Paese» viene considerata dal Governo «non rispondente alla realtà oggettiva dei fatti e parzialmente frutto di una non esaustiva comunicazione».

Materiale tossico già transitato nel porto di Gioia Tauro
In particolare, nell'incontro «il Governo ha chiarito che la questione attiene alla movimentazione di materiale, e non di armi, che viene trattato in via ordinaria dal porto in condizioni di assoluta sicurezza». La nota di Palazzo Chigi mette in evidenza che «sulla base degli accertamenti compiuti dalle autorità competenti, si tratta, infatti, di materiale tossico classificabile nella categoria 6.1. Durante la riunione è stato ricordato per questo come negli anni 2012-2013 il porto di Gioia Tauro abbia movimentato 3.048 container (60.168 tonnellate) di materiale classificato proprio nella medesima categoria 6.1». L'operazione «del materiale proveniente dalla Siria» riguarda «circa 60 container per un totale di 560 tonnellate e durerà un tempo stimato dalle 10 alle 24 ore».

Informazione costante sullo stato dell'operazione
«Il governo - continua la nota - ha assicurato ai rappresentanti delle istituzioni un coinvolgimento e una costante informazione sullo stato dell'operazione. La visibilità anche internazionale che la vicenda darà a Gioia Tauro e alla sua eccellenza logistica dovrà essere utilizzata, con il concorso delle autorità nazionali e locali, come occasione di rilancio economico del porto e dell'intera area. A tal fine, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dei Trasporti si sono impegnati, insieme con le istituzioni locali, ad approfondire tutte le opportunità di sviluppo che l'ordinamento nazionale ed europeo consentono».

Scopelliti: la nave arriverà a febbraio
La nave che trasporta i container con le armi chimiche proveniente dalla Siria non arriverà a Gioia Tauro prima di febbraio, «ma non abbiamo ancora certezza sulla data», ha spiegato il Governatore della Calabria al termine della riunione con Letta.

La «Cape Ray» arriverà nel Mediterraneo tra 10 giorni
La nave americana Cape Ray che dovrà imbarcare le armi chimiche siriane nel porto di Gioia Tauro partirà domani dagli Stati Uniti e arriverà nel Mediterraneo tra 10 giorni. Lo rivelano fonti dell'Opac.
Sul fronte opposto invece resta tuttavia una situazione di stallo: il cargo danese e norvegese al largo di Latakia stanno ancora attendendo che il carico di agenti chimici raggiunga il porto siriano per poterli imbarcare.

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