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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2014 alle ore 10:15.
L'ultima modifica è del 05 febbraio 2014 alle ore 13:04.

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Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri difende il taglio dei tribunalini. «Con la riforma della geografia giudiziaria - sottolinea alla Camera illustrando la relazione annuale sull'amministrazione della Giustizia - non solo sono state eliminate le strutture di modeste dimensioni, dove in alcuni casi era evidente la sproporzione tra il numero di persone addette all'ufficio ed il basso carico di lavoro, ma è stata anche alleggerita la pressione sugli uffici metropolitani di maggiori dimensioni, come Milano, Torino e Napoli». La razionalizzazione dell'organizzazione giudiziaria rimane dunque tra tra le priorità dell'Esecutivo, insieme al recupero di efficienza del servizio giudiziario e «all'ellentamento della tensione detentiva».

Dati incoraggianti sull'affollamento delle carceri
Il ministro fa il punto sullo stato di salute della giustizia: quasi nove milioni i processi pendenti. Quanto al decreto "svuotacarceri" varato dal Consiglio dei ministri a dicembre e ora all'esame del Parlamento, «i primi risultati sono assai incoraggianti - afferma -: al 9 gennaio 2014 i detenuti in carcere erano 62.326 (59.644 uomini e 2.682 donne), in progressivo decremento rispetto alla precedente rilevazione del 4 dicembre 2013 quando il numero era di 64.056 detenuti». Venerdì sarà inaugurato l'anno giudiziario.

Con amnistia no effetti a breve
I provvedimenti di clemenza, come amnistia o indulto - sottolinea la responsabile della Giustizia - «qualora assunti, non sarebbero destinati a produrre effetti di breve periodo, come in passato, in quanto si sono adottate e si stanno adottando una serie di misure volte a contenere anche nel futuro i nuovi ingressi in carcere». «Al Parlamento - continua - resta la responsabilità di scegliere se ricorrere a quegli strumenti straordinari evocati dal Presidente della Repubblica e che certamente ci consentirebbero di rispondere in tempi certi e celeri alle sollecitazioni del Consiglio d'Europa».

Oltre 9 milioni di processi pendenti in campo, ma in calo nel civile
In particolare, riferisce Cancellieri, «alla data del 30 giugno 2013 si contano 5.257.693 di processi pendenti in campo civile e quasi 3 milioni e mezzo in quello penale». Nel suo messaggio, il ministro registra comunque qualche segnale incoraggiante di un cambio di rotta, in particolare per la Giustizia civile, dopo gli interventi promossi dal Governo Monti e proseguiti dal Governo Letta, come la riforma dei filtri in appello, l'aumento del contributo unificato e la riforma della legge Pinto. Per Cancellieri, «Si registra un calo delle pendenze rispetto al 2012, per tutti i gradi di giudizio, del 4%, che arriva al 6% in corte di appello; nonché la riduzione del 20% in tema di ricorsi in materia di equa riparazione per l'irragionevole durata dei processi».

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