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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2014 alle ore 06:44.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 11:45.

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TARANTO - Il decreto legge sull'Ilva di Taranto affronta da oggi l'esame finale della Camera. Dopo il via libera della commissione Ambiente arrivato nei giorni scorsi, il provvedimento, che contiene anche le norme sulla Terra dei Fuochi in Campania, si accinge a ricevere l'ok dall'aula di Montecitorio tra oggi e domani per passare poi al Senato e quindi essere definitivamente convertito in legge.

Attraverso gli emendamenti, il decreto è molto cambiato rispetto al testo uscito da Palazzo Chigi lo scorso 3 dicembre. Finanziamento dei lavori di risanamento dello stabilimento di Taranto e rafforzamento delle misure di vigilanza sanitaria nei confronti della popolazione esposta ai rischi dell'inquinamento: sono gli aspetti sui quali si è maggiormente concentrato il lavoro parlamentare. In particolare, per consentire i lavori dell'Aia è stato costruito un percorso che assegna al commissario dell'Ilva, Enrico Bondi, il potere di aumentare il capitale della società avanzando alla proprietà – i Riva – la relativa proposta. In caso di rifiuto dei Riva, il commissario può rivolgersi a investitori terzi e inoltre chiedere all'autorità giudiziaria lo svincolo delle somme sequestrate anche per reati diversi da quelli ambientali. L'aumento di capitale dovrà essere espressamente finalizzato al risanamento e i sottoscrittori, siano proprietari o terzi, dovranno assumere in tal senso un impegno specifico. La questione finanziaria dovrà chiudersi entro il 2014.

Per le misure ambientali sono stati previsti 50 milioni per i comuni di Taranto e Statte interessati all'Ilva e per quelli della Campania della Terra dei Fuochi da spendere tra il 2014 e il 2015 al fine di effettuare screening sanitari gratuiti sulla popolazione esposta alle fonti inquinanti. Obiettivo degli screening, con la supervisione dell'Istituto superiore di sanità, monitorare l'andamento di una serie di patologie correlabili alle emissioni industriali ma anche sviluppare politiche di prevenzione.
Il decreto sull'Ilva riceve intanto il sostegno di Confindustria Taranto: «Non occorre entrare nel merito delle singole misure del decreto per capire di fronte a quale svolta epocale si troverebbero la città di Taranto e il territorio nella sua interezza nel momento in cui il provvedimento dovesse ottenere, come auspichiamo, il via libera» osservano gli industriali. «Siamo di fronte ad un vero punto di svolta che non a caso – rileva ancora Confindustria – vede impegnati dicasteri diversi e attenzioni molteplici e diversificate. Un interesse di notevoli proporzioni che, allontanando definitivamente tentazioni – purtroppo ricorrenti – di tipo disfattista e ostruzionista, dovrà meritare da parte nostra, compiuta una doverosa verifica rispetto ai contenuti, un'ampia condivisione ed un unanime consenso che ci auguriamo possa giungere da tutti gli attori decisionali del territorio».

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