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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2014 alle ore 16:30.

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Dalla storia meno conosciuta del cappello di Montappone, da cui Federico Fellini non si separava mai nei suoi set e che oggi fa bella mostra nel museo della cittadina marchigiana, ai fasti del Parmigiano reggiano o del Prosciutto San Daniele fino ai successi del tessile biellese o alla tradizione millenaria del vetro di Murano. Il made in Italy approda sul web e lo fa dalla porta principale grazie a Google che insieme a ministero delle Politiche agricole e Unioncamere oggi ha presentato una piattaforma con oltre 100 mostre digitali sulle nostre eccellenze artigianali e dell'agroalimentare.

Non è tutto, in pista anche un portale e un percorso formativo per aiutare le Pmi a conquistare l'economia digitale. A presentare il progetto, oltre al presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello, anche Carlo D'Asaro Biondo, Presidente Sud e Est Europa, Medio Oriente e Africa di Google, che ha criticato l'ipotesi di una web tax in Italia: «Bisogna fare attenzione a fare leggi nazionali che non tengano conto degli effetti della globalizzazione».

Su Google una piattaforma sul made in Italy
Il colosso di Mountain View, insieme al ministero delle Politiche agricole e a Unioncamere, ha deciso di creare una piattaforma (google.it/madeinitaly) realizzata dal Google Cultural Insitute dedicata, per la prima volta, alle eccellenze produttive di un Paese. Attraverso un centinaio di mostre digitali (in italiano e inglese), fatte di racconti, immagini, video e documenti storici, chiunque da ogni parte del mondo potrà scoprire il meglio del nostro sistema agroalimentare e dell'artigianato, la loro storia e il loro legame con il territorio: dai prodotti più famosi fino a eccellenze meno note come la fisarmonica di Vercelli, il merletto di Ascoli Piceno o la carota novella di Ispica. Il made in Italy del resto è sempre più cliccato sul web: nel 2013 le ricerche su Google - fa sapere il colosso di Mountain view - sono cresciute del 12% rispetto al 2012. Ma i nostri giacimenti, fatti di filiere industriali e distretti, sono ancora poco presenti sul web: solo il 34% delle Pmi ha un proprio sito internet e solo il 13% lo utilizza per fare e-commerce.

Un portale e un percorso formativo per aiutare le Pmi
Oltre alle mostre digitali sul meglio del made in Italy l'idea del progetto è anche quello di far sì che le imprese, in particolare le piccole e medie, siano in grado di cogliere i benefici del web. da qui un portale dedicato (www.eccellenzeindigitale.it) e anche un percorso formativo online – realizzato da Google insieme alla Fondazione Symbola e con il coordinamento scientifico dell'Università Cà Foscari di Venezia - per fornire agli imprenditori idee e riferimenti pratici per utilizzare il web come mezzo per sviluppare il proprio business. Oltre a una lezione di Vint Cerf, oggi Chief Evangelist di Google e uno degli inventori di internet, la piattaforma propone contenuti che valorizzano prima di tutto le storie di quegli imprenditori artigiani che, scommettendo sulla rete, hanno consolidato la propria forza competitiva e proiettato la propria attività in uno scenario internazionale.

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