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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2014 alle ore 15:56.
L'ultima modifica è del 21 gennaio 2014 alle ore 16:06.

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«È immaginabile un periodo tra i 5 e i 6 mesi per definire i dettagli dell'operazione e concluderla». Lo ha detto il viceministro allo Sviluppo Economico, Antonio Catricalà, parlando della privatizzazione delle Poste nel corso di un'audizione alla commissione Trasporti della Camera. La privatizzazione, ha aggiunto Catricalà, «comporterà una provvista di risorse utili a ridurre la nostra esposizione debitoria e sarà anche strumento di incentivo per la maggiore efficienza dei servizi e per l'ampliamento dell'offerta».

Catricalà: controllo e maggioranza capitale allo Stato
La privatizzazione avverrà però con paletti precisi: «L'orientamento è di mantenere sia il controllo sia la maggioranza del capitale in mano allo Stato» ha affermato Catricalà, precisando che «una quota sarà riservata ai dipendenti». Il viceministro con delega alle Comunicazioni ha sottolineato tuttavia come, prima che il Decreto del presidente del consiglio dei ministri per la privatizzazione «sia approvato nel suo primo schema, non è possibile con serietà anticipare quali potrebbero essere le modalità di cessione né se ci saranno diverse fasi di vendita con diverse modalità».

Privatizzare mantenendo unitarietà gruppo
Il viceministro però ha fornito una serie di elementi sul tipo di operazione che il governo ha in mente. A partire dal mantenimento dell'unitarietà del gruppo. «Per continuare a creare valore il Governo ritiene che il processo di privatizzazione del gruppo Poste Italiane debba avvenire mantenendo l'unitarietà del gruppo» ha ribadito Catricalà.

La tempistica
In audizione è stata illustrata anche la tempistica per la privatizzazione: circa due mesi per la stesura del Dpcm da parte del ministero dell'Economia, il concerto dello Sviluppo economico, l'approvazione dello schema di decreto e la sua trasmissione al Parlamento per il parere delle commissioni competenti, il ritorno della delibera definitiva sul Dpcm al Consiglio dei ministri per l'approvazione e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. «Una volta approvato in via definitiva il Dpcm - ha proseguito Catricalà - bisognerà presentare l'operazione alla Consob e alla Borsa Italiana». Quindi, ha concluso, «è immaginabile un periodo tra i 5 e i 6 mesi per definire i dettagli dell'operazione e concluderla».

Al Mef in corso riunione su privatizzazione
Il cantiere è comunque aperto. «In questo momento - ha aggiunto Catricalà - è in corso una riunione al ministero dell'Economia per stabilire importantissimi dettagli» relativi alla privatizzazione delle Poste, come per esempio la quota che resterà in mano pubblica.
In seguito Catricalà ha specificato che si tratta «di una riunione a livello tecnico in cui credo illustrino il Dpcm».

Poste non sola operazione per abbattimento debito
Catricalà ha spiegato che la privatizzazione di Poste non è la sola operazione in cantiere nel breve. «Credo per quello che so che Poste non sia l'unica privatizzazione che si farà in questo periodo» ha spiegato Catricalà. «Penso che sia parte di un più generale disegno in modo che il colpo che si dà al nostro debito possa essere un colpo sostanzioso e non limitato solamente a una scrematura», ha concluso il viceministro.

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