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Questo articolo è stato pubblicato il 23 gennaio 2014 alle ore 11:45.
L'ultima modifica è del 23 gennaio 2014 alle ore 14:28.

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Sarebbe stato consigliato dai suoi avvocati, per togliere ogni dubbio di corruzione agli inquirenti. Così Silvio Berlusconi avrebbe deciso di non passare più lo stipendio alle Olgettine, le ragazze testimoni del Rubygate. Una decisione che oggi sembra ancora più d'attualità visto che Ruby e alcune delle ragazze che hanno partecipato alle serate ad Arcore sono indagate a Milano nell'inchiesta cosiddetta Ruby ter.

Le giovani sono state iscritte nel registro degli indagati perché, come ha indicato il Tribunale, sarebbero state corrotte del'ex premier Silvio Berlusconi per testimoniare a suo favore nei processi. Fatto sta che dalla fine del 2013, a quanto si apprende da un'inchiesta di Repubblica, le Olgettine non percepiscono più i circa 2.500 euro mensili che il Cavaliere ha elargito in questi anni.

La decisione è stata presa dal leader di Forza Italia spinto dalla paura di finire agli arresti domiciliari. A consigliarlo sarebbero stati gli avvocati Ghedini e Longo, che lo hanno invitato a mandare un messaggio chiaro: chiudere i rubinetti. Se la Procura di Milano, aprendo formalmente le indagini per corruzione di testimone sospettasse la reiterazione del reato (corruzione di testimone appunto), non è escluso che possa chiedere la misura cautelare.

L'allarme era scattato alcuni mesi fa, quando ben sette olgettine avevano confermato in fase processuale di aver ricevuto uno stipendio dal Cavaliere. Ad ammetterlo erano state Lisney Barizonte, Eleonora De Vivo, Marysthelle Polanco, Elisa Toti, Iovana Visan, Myriam Loddo, Aris Espinoza. Ma i magistrati pensano che ad essere state pagate siano una trentina di ragazze. Questo almeno sarebbe emerso dal processo Ruby e dalle indagini successive. L'altro spauracchio che avrebbe spinto Berlusconi a franare la propria generosità è il sequestro dei conti correnti dai quali sarebbe partito il denaro.

La paura corre veloce anche tra i fedelissimi del Cavaliere. Il timore è che la data fatidica per Berlusconi non sia il 10 aprile, con l'udienza del Tribunale di sorveglianza di Milano sull'applicazione dei servizi sociali dopo la condanna Mediaset, ma sopraggiunga prima. Con la possibile apertura formale dell'inchiesta per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza e se venisse riconosciuto il rischio di reiterazione del reato. L'incubo è ritrovarsi alle elezioni Europee senza un leader.

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