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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2014 alle ore 13:11.
L'ultima modifica è del 27 gennaio 2014 alle ore 22:27.

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I franchi tiratori in aula sulla legge elettorale? «Può darsi che ci siano, però io sono abituato a far le cose mettendoci la faccia», ha detto il segretario Pd, Matteo Renzi in una intervista a 'Piazza pulita' in onda stasera su La7. Il sindaco di Firenze aggiunge: «alle primarie ho detto: 'se vinco io facciamo queste cose qua'. Gli elettori ci hanno dato fiducia, la direzione del partito ha approvato il pacchetto di riforme «che in un mese abbiamo presentato, adesso se qualcuno di nascosto vuol fare il furbo, é un problema di credibilità sua, non mia». E poi Renzi chiude sereno: «vedremo, io comunque sono ottimista».

Renzi possibilista sulla soluzione di alcuni nodi della legge elettorale
Incontrando i membri Pd della commissione Affari costituzionali della Camera, il segretario ha confermato aperture da Forza Italia sull'ipotesi che si innalzi dal 35 al 38% la soglia oltre cui far scattare il premio di maggioranza. Anche sulla delega al governo per la definizione dei collegi la trattativa con Forza Italia, che chiede resti materia parlamentare, é ancora aperta, così come sull'abbassamento dal 5 al 4% della soglia di sbarramento.
Quanto all'idea di primarie 'alla toscana' per la scelta dei candidati parlamentari, subito bocciate da Forza Italia, Renzi, che pure in linea di principio sarebbe d'accordo, avrebbe chiesto di mantenere l'emendamento ma di trasformare la consultazione da obbligatoria a facoltativa per i partiti. Il segretario ha sollecitato i deputati del Pd a ritirare tutti gli altri emendamenti che riguardano proposte non concordate. Tra le richieste dalla minoranza Pd c'é quella di introdurre le preferenze.

Sono ottimista sulla legge elettorale
«Se si affossa» la legge elettorale «è difficile pensare a uno spazio di speranza per questa legislatura. Ma io sono ottimista», ha detto il segretario del Pd Matteo Renzi a margine di un' iniziativa a Firenze. Sulla legge elettorale «ci saranno tantissimi emendamenti, vediamo quali saranno quelli su cui ci sarà consenso, il compito del Pd é prendere il buono e trovare un accordo che é complicato ma possibile», ha detto il sindaco di Firenze e segretario del Pd. «Io - ha aggiunto - sono molto ottimista, abbiamo dimostrato che se si mette di buzzo buono la politica riesce a fare».

Rimpasto dopo le dimissioni De Girolamo: no a discussioni da prima Repubblica

«So che nel vecchio stile della politica era naturale per il segretario andare a bussare alla porta del presidente del Consiglio e dire: 'ehi che ci tocca, quali sono i ministri nostri?.' Ma noi siamo diversi dalla vecchia politica», ha detto Matteo Renzi, segretario del Pd, in conferenza stampa a Firenze, rispondendo sulle dimissioni del ministro Nunzia De Girolamo. Renzi ha ribadito che «sarebbe molto triste» un "giochino" per sostituire ministri democratici al posto di quelli del centrodestra, o anche «mettere renziani al posto dei bersaniani». «Massimo rispetto - ha detto ancora Renzi - per le dimissioni del ministro, in Italia è un gesto che non fanno in tanti». Ma, ha concluso Renzi, "per quanto ci riguarda non staremo a una discussione di quelle che si facevano nella prima Repubblica».

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