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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2014 alle ore 18:31.
L'ultima modifica è del 29 gennaio 2014 alle ore 08:11.

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Niente "ghigliottina" sul dl Imu-Bankitalia. Lo ha stabilito la capigruppo di Montecitorio di questo pomeriggio. L'esame del testo continuerà fino alle 22.00 di questa sera, poi domani per tutto il giorno e anche in seduta notturna, tenendo conto che il decreto deve essere convertito in legge entro le 23,59 di domani sera. La presidente Laura Boldrini ha ribadito ai capigruppo che non è sua intenzione applicare la "ghigliottina" sull'esame del decreto legge. Boldrini aveva avanzato due proposte, che non sono passate in quanto non hanno ottenuto l'unanimità dei consensi dei gruppi parlamentari. La prima era di spostare il dibattito sulla legge elettorale al 3 febbraio con il contingentamento dei tempi; la seconda era di consentire alla commissione Affari costituzionali di lavorare anche durante la seduta dell'Aula. Il problema sarà posto nuovamente nella capigruppo di domani. Il problema è che se il provvedimento decade è a rischio è la cancellazione della seconda rata Imu contenuta nel provvedimento.

Gli appelli della Boldrini
Dopo lo stallo causato dall'ostruzionismo del M5S si sono susseguiti gli appelli della presidente Laura Boldrini per «una conclusione non traumatica dell'iter». La presidente della Camera ha chiesto ai gruppi che si oppongono di tenere in «responsabile considerazione le conseguenze di una mancata conversione del decreto», ovvero il pagamento della seconda rata dell'Imu, che «i cittadini potrebbero non giustificare». Il decreto è altamente a rischio perché scade domani e perciò deve avere l'ok definitivo rapidamente per permettere al presidente della Repubblica di valutarlo e poterlo firmare domani.

Per il Governo impraticabile lo scorporo della parte su Bankitalia
Durante la capigruppo della Camera il Movimento 5 stelle ha annunciato di non voler retrocedere dall'ostruzionismo e ha chiesto che il provvedimento venga fatto decadere per dividere i due argomenti, scorporando la parte su Bankitalia dal decreto Imu. Ma sull'ipotesi dello scorporo del decreto, il governo ha escluso spazi di manovra e il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, ha precisato di ritenere qualsiasi idea di scorporo «impraticabile».

Il rischio "ghigliottina": che cosa è
Il rischio che incombeva sul provvedimento e ora sembra superato dalle dichiarazioni del presidente Boldrini è il ricorso alla cosiddetta "ghigliottina" o "tagliola", fatto mai avvenuto alla Camera. Si tratta di uno strumento che consente al presidente dell'assemblea, in caso di decreto legge vicino alla scadenza del termine di 60 giorni per la conversione in legge, di porre il provvedimento al voto finale per garantirne la conversione. Il contenuto del decreto legge, infatti, non potrebbe essere reiterato in quanto la Corte costituzionale, con la sentenza n. 360 del 1996, ha sancito l'illegittimità costituzionale della reiterazione dei decreti-legge non convertiti, riportando il fenomeno della decretazione d'urgenza ai suoi connotati costituzionali. E finora è stato sempre trovato un accordo.

Per i Cinque stelle è una truffa ai danni della collettività
I Cinque stelle spiegano le ragioni del loro ostruzionismo a oltranza su Facebook. Alessandro Di Battista, deputato 5 stelle, scrive di voler «impedire l'ennesima truffa perpetrata dai partiti a danno della collettività: il saccheggio di Bankitalia». Scrive che il Governo «saccheggia 7,5 miliardi dalle riserve della banca centrale (soldi di tutti i cittadini perché si tratta di utili realizzati con le attività in regime di monopolio) e li regala ai soci di palazzo Koch, ossia banche e assicurazioni private. Il pretesto? La rivalutazione, arbitraria e contestata, delle quote di Bankitalia, ferme ai 156mila euro di valore del 1936. Di solito sono i soci che sborsano denaro per ricapitalizzare la loro azienda. Qui funziona al contrario».

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