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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2014 alle ore 15:25.

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La nuova decisione del Papa di cambiare il vertice di un ente "economico" della Santa Sede – particolarmente importante, visto che è l'authority di controllo sui flussi finanziari – è la conferma che dentro i Sacri Palazzi è in atto un movimento tellurico destinato a protrarsi ancora per diverso tempo. Il cambio alla guida dell'Aif arriva a pochi giorni dal cambio della commissione cardinalizia dello Ior, con l'uscita del cardinale Tarcisio Bertone e l'ingresso del suo successore, il prossimo porporato Pietro Parolin.

Tra tre settimane si terrà un summit molto atteso del G-8 cardinalizio incaricato da Bergoglio di stendere le linee guida della riforma della Curia, riforma che partirà proprio dalla finanze pontificie, da tempo sotto osservazione di due speciali commissioni, una delle quali specificamente sullo Ior. Entro la prima metà di febbraio dovranno essere consegnato alla commissione cardinalizia, guidata dal cardinale honduregno Oscar Maradiaga – che sponsorizza la creazione di un super-dicastero unico finanziario - i rapporti contenenti una radiografia dell'esistente e le proposte di cambiamento. Il Papa si riserverà di decidere sulle sorti dei vari enti, primo tra tutto lo Ior, che potrebbe essere accorpato con altri ministeri, come l'Apsa.

La domanda che gira dentro le mura è: perché questi cambi avvengono prima della riforma? Non è un caso che la nomina di monsignor Corbellini è "ad interim", in qualche modo quindi provvisoria, probabilmente in attesa di un quadro definitivo (lo stesso è avvenuto per il segretario della Cei, mons. Nunzio Galantino).

In ogni caso l'uscita di Nicora è molto significativa per quello che il cardinale ha rappresentato dentro i Sacri Palazzi specie negli ultimi anni: nel 2011 assunse la presidenza dell'Aif, che aggiunse a quella dell'Apsa (lasciata poco tempo dopo) e di membri della commissione Ior (da dove fu tolto un meno di un anno fa), cariche cui subentrò il cardinale Calcagno, molto vicino a Bertone. E proprio con Bertone che si è consumato due anni fa il confronto interno, culminato nelle lettere in cui Nicora contestava la revisione della legge sulla trasparenza, e cui venivano ridimensionati i poteri dell'Aif a favore della Segreteria di Stato (legge poi ricambiata l'estate scorsa dal Papa).

Nicora sta per compiere 77 anni, età in cui in genere le dimissioni vengono accolte, e probabilmente la sua decisione di lasciare è collegata anche con il clima ancora molto "caldo" dentro il Vaticano, soprattutto per le scelte sulle nomine, sia allo Ior che dentro lo stesso Aif, il cui consiglio peraltro è ancora quello dei tempi iniziali. Ma il cardinale è una figura che ha pesato molto anche per il ruolo che ebbe trent'anni fa nella revisione del Concordato con l'Italia, evento che verrà rievocato il prossimo 12 febbraio in un Convegno al Senato cui parteciperanno alcuni protagonisti dell'epoca come Giuliano Amato, Gennaro Acquaviva e Francesco Margiotta Broglio, ma anche lo stesso Parolin e il premier Enrico Letta.

Nella carica di Nicora subentra monsignor Corbellini, 66 anni, piacentino, un esponente della vecchia guardia curiale, già vice dell'arcivescovo Viganò, che allora era segretario generale del Governatorato (altro dicastero-chiave nella gestione degli affari economici), protagonista quest'ultimo di uno scontro di Bertone (uno capitolo di Vatileaks) al termine del quale fu nominato nunzio apostolico in Usa, dove tuttora risiede.

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