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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2014 alle ore 09:41.
L'ultima modifica è del 22 gennaio 2014 alle ore 11:54.

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«In attesa che le autorità italiane di regolamentazione vaglino le norme contro il riciclaggio del denaro promulgate dalla Santa Sede/Stato della Città del Vaticano, lo Ior è pronto a riprendere le relazioni con le istituzioni finanziarie italiane». Lo riferisce lo Ior in una nota.

Relazioni con 35 banche corrispondenti
Lo Ior, spiega l'Istituto, intrattiene relazioni con circa 35 banche corrispondenti di tutto il mondo. «Grazie a questa rete - sottolinea - è in grado di offrire servizi di pagamento globali, in particolare ai suoi clienti istituzionali (ordini religiosi ed entità della Chiesa), che detengono la più ampia parte del patrimonio depositato presso l'Istituto». Nel 2013 lo Ior ha istituito nuove relazioni con banche corrispondenti.

Verifica dati, esaminati 55% clienti
Oggi il Consiglio di Sovrintendenza dell'Istituto per le Opere di Religione (Ior) ha ricevuto un rapporto sullo stato di avanzamento del processo, tuttora in corso, di riforma della compliance. Il rapporto contempla informazioni aggiornate sull'attuazione delle riforme e migliorie introdotte dal primo trimestre 2013 ai fini di una gestione del rischio orientata ad allineare l'Istituto all'attuale legislazione vaticana in materia di lotta al riciclaggio del denaro. Nel suo processo di verifica sistematica dei dati dei clienti, per individuare eventuali informazioni mancanti o incomplete, lo Ior a fine 2013 «ha esaminato approssimativamente il 55% di tutti i clienti (circa 10.000 record di dati clientela) e ha preso contatto con tutti i soggetti per i quali il database non era completo». Si prevede che l'intero processo durerà fino alla fine della prima metà del 2014 e sarà oggetto di valutazione nel corso dell'imminente ispezione dell'Aifa (Autorità di Informazione Finanziaria), l'organismo di vigilanza finanziaria dello Stato della Città del Vaticano.

Asset Ior costituito per l'85% da istituzioni
Nell'ambito di questo processo, l'Istituto ha dato la precedenza ai clienti più grandi e attivi. In quanto parte dell'esame, lo Ior, come noto, ha aggiornato le sue linee guida relative alle categorie di clienti servite. Tali categorie sono: istituzioni cattoliche, ecclesiastici, dipendenti o ex dipendenti dello Stato della Città del Vaticano titolari di conti per stipendi e pensioni nonché ambasciate e diplomatici accreditati presso la Santa Sede. Attualmente, le istituzioni rappresentano l'85% circa degli asset dello Ior. «Le relazioni con i clienti che non rientrano nelle categorie stabilite - viene ribadito - saranno chiuse sotto l'attenta supervisione dell'Aif». Resteranno «prerogativa esclusiva della supervisione e delle autorità giudiziale vaticane», invece, la conclusione o la sospensione di rapporti con i clienti per sospetta violazione delle norme contro il riciclaggio del denaro.

Compiuta da giugno indagine su monsignor Scarano
Per quanto concerne le indagini sul caso che dal giugno 2013 vede coinvolto Monsignor Nunzio Scarano, accusato di concorso in riciclaggio, lo Ior invece fa sapere di aver «ordinato un'indagine interna dettagliata sui fatti e sulle circostanze intorno ai conti in questione e ha presentato gli esiti alle autorità vaticane di competenza. I conti sono stati congelati dalle autorità Vaticane».

Von Freyberg: progressi significativi su trasparenza
Soddisfatto dei progressi compiuti sul fronte della trasperenza il presidente dello Ior Ernst von Freyberg.«In quanto istituto della Chiesa - ha dichiarato - abbiamo la grande responsabilità di essere in linea con gli standard elevati di cui, giustamente, ci si attende l'osservanza da parte nostra. Abbiamo lavorato molto duro per migliorare la compliance, la trasparenza e i processi interni all'Istituto e sebbene ci sia ancora molto da fare in termini di implementazione, è indubbio che ci stiamo muovendo sulla strada giusta e che abbiamo compiuto progressi significativi».

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