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Questo articolo è stato pubblicato il 07 febbraio 2014 alle ore 13:59.
L'ultima modifica è del 07 febbraio 2014 alle ore 15:05.

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Ivan Lendl, Stefan Edberg e Boris BeckerIvan Lendl, Stefan Edberg e Boris Becker

Stefan Edberg, Ivan Lendl e Boris Becker a Melbourne, uno contro l'altro nel primo Slam dell'anno. Non siamo saliti a bordo di una macchina del tempo per tornare a cavallo tra gli anni 80 e 90, quando erano loro a dominare il circuito e a dare spettacolo (e che spettacolo!). È stato sufficiente seguire l'ultima edizione degli Australian Open. Solo che, questa volta, non sono scesi in campo, armati di racchetta, come un tempo ma sono rimasti seduti negli angoli di Federer, Murray e Djokovic.

A giocare un torneo per procura, una sorta di partita a scacchi. E viene da chiedersi se non abbiano avvertito la tentazione di sostituire, anche solo per un attimo, le star che stavano allenando. Tanto per fargli vedere come si giocava in quell'epoca memorabile ed indimenticata da tutti gli appassionati che hanno, oggi, almeno 35 anni.

Pazienza se nessuno dei loro "pupilli" è riuscito a conquistare il torneo e nemmeno, per la verità, a raggiungere la finale. La presenza dei tre ex non è certo passata inosservata. Anzi, è bastato rivederli per far riaffiorare ricordi di sfide leggendarie, immagini ed emozioni legate ad un periodo magico ed irripetibile.

Ivan il terribile con quell'espressione da Conte Dracula del circuito che non sorrideva praticamente mai. Maniacale negli allenamenti quanto devastante sul campo dove distruggeva gli avversari a suon di bordate da fondo, chiudendo spesso gli scambi con il micidiale diritto, è stato il vero re del tennis nella seconda metà degli anni 80.

"Bum- Bum" Becker, il cannoniere tedesco, con il suo gioco esplosivo e le incredibili acrobazie compiute sotto rete. Coraggioso, gran combattente, capace di combinare una formidabile potenza di fuoco con un talento cristallino. Prima enfent-prodige a Wimbledon, poi fuoriclasse su tutti i campi del mondo. Infine, Stefan Edberg, l'eleganza e la classe incarnate in un tennista che fece vedere, forse, il più gioco al volo degli ultimi 30 anni. Leggero come una piuma, dotato di un tocco sopraffino quanto letale per i malcapitati avversari.

Tutti e tre raggiunsero la vetta della classifica, lo svedese e il tedesco portarono a casa 6 Slam per uno, Lendl se ne accaparrò 8. Soprattutto, diedero vita a rivalità e competizioni leggendarie, tali da rendere quella stagione indimenticabile. Perché è vero che sia Federer che Nadal hanno vinto più di Boris e Stefan messi insieme ma è altrettanto vero che, in quegli anni, il circuito non era un gioco a due (come è, praticamente, accaduto dal 2005 al 2010). Ai tre moschettieri in questione bisogna, infatti, aggiungere Mats Wilander senza tralasciare le incursioni di atleti non esattamente trascurabili, quali Stich, Cash o Chang, nè la nuova generazione di fuoriclasse del calibro di Agassi e Sampras che si stava affacciando alla ribalta internazionale.

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