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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2014 alle ore 19:34.

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È un economista di mercato e un manager bancario di scuola milanese (europea) il nuovo commissario dell'Inps. Anche durante la sua ultima stagione di "civil servant" – come commissario e vicepresidente della Consob – Vittorio Conti ha sempre trovato il suo ambiente naturale in quella City meneghina - fra Piazza Affari e i grandi domicili bancari – nel quale ha mosso i passi principali di un cursus molto denso.

Nato sul lago d'Iseo nel 1942, Conti si laurea alla Cattolica, che fra gli anni '60 e '70 è fucina di molto futuro establishment finanziario fra banche, mercati e authority. Come la quasi coetanea Anna Maria Tarantola, anche Conti non abbandonerà l'insegnamento (macroeconomia) a Largo Gemelli neppure dopo essersi orientato con decisione verso l'economia applicata e la professione in azienda. Specializzatosi a Oxford grazie a una borsa di studio Stringher, rientra in Bankitalia per un tirocinio al servizio studi, ma nel ‘76 è già di ritorno a Milano: in quell'ufficio studi della Comit che eredita la prestigiosa tradizione culturale di Raffaele Mattioli, ma trova nuovo slancio sotto la guida di un giovane economista della Bocconi, Mario Monti.

"Tendenze monetarie" - la newsletter di Piazza della Scala – non si pone come alternativa delle pubblicazioni della Banca d'Italia di Paolo Baffi e Carlo Azeglio Ciampi, ma come complemento dialettico e operativo negli anni cruciali in cui il sistema finanziario italiano prepara il passaggio dal bancocentrismo pubblico al mercato, al privato, al globale. E' questo il costante filo rosso delle riflessioni – scientifiche e manageriali – che Conti, chiamato poi alla guida dell'ufficio studi della Commerciale, accumula in decine di libri e articoli fino ad oggi. Lo testimoniano – fra l'altro – numerosi working paper dalla copertina arancione e verde che Conti non smette di pubblicare sotto l'egida dell'Associazione per lo sviluppo degli studi di banca e borsa, uno dei grandi laboratori milanesi. Uno dei più recenti quaderni – "Regole e mercati" del 2010 – lo firma assieme al futuro governatore Ignazio Visco e al presidente emerito dell'Abi, Corrado Faissola.
Quattro anni fa Conti è già commissario Consob (lo nomina nel 2006 il governo Prodi, con Tommaso Padoa Schioppa al Tesoro), ma non prima di aver completato il suo curriculum con incarichi di alta direzione in Banca Intesa, dove la Comit è nel frattempo confluita. Nel gruppo presieduto da Giovanni Bazoli, Conti è da ultimo chief risk officer, nella prima linea manageriale pilotata da Corrado Passera. Alla Consob è, a metà del suo mandato, vicepresidente vicario di Lamberto Cardia e in questa veste svolge le funzioni di presidente per alcuni mesi prima della designazione dell'attuale presidente Giuseppe Vegas. Prima di lasciare la Consob tiene anche alcuni incarichi-chiave nel cantiere dell'Esma, la nuova authority unificata Ue di controllo sui mercati.

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