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Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2014 alle ore 11:54.
L'ultima modifica è del 14 febbraio 2014 alle ore 08:16.

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«Vogliamo rendere noto, per chi non lo avesse capito, il disagio delle imprese che oramai dura da più di cinque anni». Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a Torino, davanti a oltre 600 imprenditori all'Unione industriale, nel corso della manifestazione degli imprenditori per sollecitare una svolta nell'azione di governo. . «Direi che il titolo scelto per questa manifestazione, "Non c'é ripresa senza impresa", é la fotografia esatta di quello che deve essere il nostro futuro», ha sottolineato Squinzi.

Siamo per far ripartire l'economia
«Siamo per fare ripartire l'economia e far sì che le imprese trovino di nuovo la possibilità di crescere e di creare lavoro e benessere per il Paese», ha affermato il presidente di Confindustria.

Liberare il Paese dalla burocrazia e da regole opprimenti
Il presidente degli industriali ha sottolineato che «occorre riorganizzare la Pubblica Amministrazione liberando il Paese dalla burocrazia e da regole opprimenti che sono il terreno su cui proliferano corruzione e malgoverno, riprogettando i procedimenti amministrativi, individuando meccanismi di premi e sanzioni per il personale pubblico». Per questo, ha insistito, occorre riprogettare «i procedimenti amministrativi, individuando meccanismi di premi e sanzioni per il personale pubblico».

Favorire investimenti con misure semplici
«Occorre favorire gli investimenti privati in ricerca e innovazione con misure semplici da gestire, come il credito d'imposta, e agevolare il rinnovamento tecnologico riducendo i tempi di ammortamento», ha sottolineato il presidente di Confindustria. «Vanno rilanciati gli investimenti in beni strumentali - ha detto Squinzi - utilizzando l'incentivo sul modello della vecchia legge Sabatini e sostenuto il settore delle costruzioni, che in questi anni ha pagato il prezzo della crisi più di altri». Per il presidente Squinzi «l'Italia non può rinviare l'attuazione del Piano per il dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza sismica, visto che dagli anni 80 i danni da simili eventi sono quantificabili in 3,5 miliardi l'anno».

Fondamentale il pagamento dei debiti Pa
Squinzi ha ricordato che il pagamento dei debiti dell'amministrazione pubblica verso le imprese è «fondamentale per la ripartenza del Paese».

Ridurre l'Irpef per mantenere la coesione sociale
«Per mantenere la coesione sociale, in particolare in questa fase, é necessario ridurre l'Irpef che grava sui redditi più bassi da lavoro dipendente», ha detto Giorgio Squinzi. Questo obiettivo, ha precisato, si potrebbe centrare «rimodulando aliquote e detrazioni e aumentando i trasferimenti agli incapienti».

Riforme necessarie per la crescita
«Dobbiamo chiedere l'avvio di percorso di riforme, a cominciare da quelle istituzionali, perché abbiamo bisogno che la crescita sia sostenuta da sistema paese che funzioni», ha dichiarato Giorgio Squinzi. Secondo il numero uno degli industriali «dobbiamo puntare alla modernizzazione delle istituzioni per renderle in grado di decidere». Questo, per il presidente di Confindustria «superando il bicameralismo perfetto, riformando, e questo è fondamentale, il Titolo V della Costituzione in modo da riportare al centro le competenze su materie di interesse nazionale», «riducendo il perimetro pubblico e proseguendo il processo di liberalizzazione».

La nostra è una protesta contro una cultura antindustriale
«Questa manifestazione non è contro un governo o a favore di un altro governo che può venire o meno, ma una protesta contro una cultura antindustriale che da qualche decennio è diventata prevalente», ha detto il numero uno degli industriali.

Dateci un Paese normale
«L'appello di noi imprenditori é molto semplice: dateci un paese normale e vi faremo vedere di cosa siamo capaci», ha detto Giorgio Squinziconcludendo il suo intervento alla manifestazione degli industriali del Piemonte.

Staffetta? La politica non è compito nostro
«La politica non è compito nostro», ha detto il presidente Squinzi, rispondendo a una domanda sulla possibile staffetta tra Enrico Letta e Matteo Renzi alla presidenza del Consiglio, a margine dell'iniziativa degli industriali di Torino.

Da Letta una buona analisi ma non le risposte attese
«È stata fatta una buona analisi ma non sono state date le risposte che ci aspettavamo», ha detto poi Giorgio Squinzi rispondendo a una domanda sul governo Letta.

L'Italia ha perso dall'inizio della crisi 9 punti di Pil
Aprendo i lavori la presidente dell'Unione degli industriali torinesi, Licia Mattioli, ha sottolineato che «la manifestazione di protesta é stata organizzata per ritrovare l'orgoglio di fare impresa». Mattioli ha detto che dall'inizio della crisi l'Italia ha perso 9 punti di Pil e il 25% della produzione industriale. La disoccupazione è al 13%, quella giovanile al 41%. Il reddito disponibile è calato dell'11% in termini reali. Le immatricolazioni di auto in Italia sono pari a quelle del 1970. E, ancora, l'edilizia ha perso il 30% di attività tornando ai livelli del 1967. Interi settori produttivi sono in crisi e a rischio desertificazione. «Solo pochi e l'export reggono, ma non sono sufficienti per tenerci a galla», ha sottolirnato Licia Mattioli. Il credito, inoltre, si riduce: Per le Pmi ottenere un finanziamento è sempre più difficile.

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