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Questo articolo è stato pubblicato il 16 febbraio 2014 alle ore 17:08.
L'ultima modifica è del 17 febbraio 2014 alle ore 15:27.

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Rahm Israel Emanuel (Epa)Rahm Israel Emanuel (Epa)

Per quasi due anni capo-gabinetto della Casa Bianca di Obama, 54 anni, dal maggio 2011 è primo cittadino di Chicago. Rahm Israel Emanuel, amministratore della terza metropoli più grande degli Stati Uniti, ha un curriculum di tutto rispetto. «Voglio solo fare il primo cittadino di questa città», ha detto in una recente intervista. Parole che, a noi italiani, ricordano quelle utilizzate qualche anno fa dal nostro "sindaco d'Italia", quel Matteo Renzi che in queste ore si sta giocando la poltrona del nuovo Presidente del Consiglio.

Tanto che è lo stesso Financial Times, il quotidiano economico-finanziario inglese, a pubblicare - inconsapevolmente - un ritratto in copertina di «Ft weekend magazine», con il titolo «Rham Emanuel: mayor of America», che lo accosta subito indirettamente al segretario italiano del Partito Democratico. Nell'articolo il sindaco di Chicago viene descritto come un uomo con una ferociously ambitius, un'espressione che in italiano suonerebbe come "ambizione smisurata", la stessa utilizzata da Renzi nell'ultima direzione del Pd per annunciare la sua candidatura.

«Non sarà un sindaco paziente», ha detto Rahm Emanuel, ex-deputato democratico della Camera dei Rappresentanti. Non ha fatto lo scout come il sindaco italiano, ma in passato è stato volontario con le Forze di Difesa Israeliane nella Guerra del Golfo del 1991 (suo padre emigrò da Israele negli anni '50). Il primo sindaco con origini ebree di Chicago dice di non voler diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti (già sentito da qualcun altro, no?). Il suo stesso intervistatore, il giornalista dell'Ft Edward Luce, forse memore di un viaggio a Firenze, non sembra però credergli.

Secondo il Financial Times, che in un lungo ritratto riporta tutti i successi e le spigolature dell'amministrazione Emanuel, lo stile del sindaco americano "si sposa" benissimo con lo spirito dell'età contemporanea. Tra le ambizioni descritte, la volontà di attirare un maggior numero di imprese in città, di ridurre la criminalità nelle scuole e per la strada e di attivare diversi programmi di filantropia. Lo stesso ex sindaco Bloomberg a New York ha dimostrato che la democrazia filantropica può compiere gesta impressionanti, attirando grandi investimenti, capaci di ricostruire interi quartieri fatiscenti e aprire nuove scuole.

A queste ambizioni, si aggiunge quella dettata dall'abilità finanziaria da record dell'ex capo-gabinetto alla Casa Bianca. Prima di essere assunto da Obama, il quale non ha mai nascosto la sua riluttanza ad affidargli incarichi legati ai finanziamenti, Emanuel diceva che voleva essere il primo portavoce ebreo americano. Oggi è il primo sindaco ebreo di Chicago. Se ci riesce, soprattutto mettendo a posto le finanze disastrate della città, il denaro non sarà il suo problema. «Non ho mai sentito Rahm dire che vuole diventare presidente degli Stati Uniti», dicono i suoi consiglieri. «Io sono fatto per fare questo lavoro», afferma Emanuel da sindaco, quando il giornalista gli chiede se vuole diventare il primo presidente ebreo alla Casa Bianca. «Ho già realizzato l'ambizione della mia vita», aggiunge. La risposta non lascia spazio a dubbi. In teoria, saremmo quasi tutti tentati di credergli. Ma da italiani, abituati ad ascoltare i primi cittadini «ambiziosi», sappiamo che le parole non sono pietre.

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