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Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2014 alle ore 15:18.

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La Commissione europea analizzerà se l'obbligo dal primo febbraio di effettuare una ritenuta automatica del 20% sui bonifici dall'estero alle persone fisiche viola o meno il principio della libertà di movimento delle persone. Fonti comunitarie hanno indicato che al momento non é possibile decidere in un senso o nell'altro perché molto dipende dall'attuazione pratica e dall'effettiva possibilità per i cittadini di dimostrare che i pagamenti non corrispondono al reddito. La Commissione dovrà valutare se si tratta di una misura «proporzionata» o no dato che potrebbe esserci una giustificazione al diverso trattamento tra cittadini italiani e cittadini di altri paesi.

Per quanto concerne la diversità di trattamento tra cittadini italiani e cittadini di altri paesi Ue, alla Commissione fanno notare che il Fisco italiano ha pieno accesso ai movimenti bancari sui conti italiani ma non ai conti presso banche estere. Inoltre, se le formalità per dichiarare che i pagamenti non costituiscono reddito non sono sproporzionate, é possibile che non costituiscano una violazione alle norme Ue.

Dal primo febbraio le banche sono obbligate ad applicare una ritenuta del 20% sui bonifici in arrivo dall'estero alle persone fisiche, si tratta di una ritenuta automatica a meno di precedente richiesta di esclusione. Spetterà al contribuente dimostrare che le somme non hanno natura di compenso «reddituale». La ritenuta si applica a tutti i contribuenti che riceveranno un bonifico dall'estero sul proprio conto personale, non sul conto professionale o d'impresa. Non si applica alle persone fisiche che ricevano bonifici nell'ambito della propria attività d'impresa o di lavoro autonomo e quando la riscossione non avvenga tramite l'intervento di un intermediario finanziario.

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