Si apre il G20 a Sydney. Padoan: sono qui per fare il mio lavoro

SYDNEY. Al G20 dei ministri e dei governatori delle banche centrali e dei governatori che si apre a Sydney venerdì 21 febbraio, per cercare una risposta più coesa e coordinata al problema della bassa crescita internazionale, c'è anche il vicesegretario generale dell'Ocse.
Pier Carlo Padoan, che molti a Roma danno in pole position per la poltrona più difficile del nascituro governo Renzi, quella di ministro dell'Economia, continua a svolgere tranquillamente il suo lavoro.Che era ed è quello di civil servant modello esportazione: Padoan è infatti tuttora capoeconomista nonchè numero due dell'organismo che una volta si chiamava il club dei paesi ricchi, basato a Parigi.

Padoan è anche il rappresentante dell'Ocse al G20 finanza e qui a Sydney è venuto a discutere dei global standard fiscali (lo scambio automatico d'informazioni fra i governi per combattere l'evasione è una proposta dell'Ocse) e di regole per la tassazione dei capitali mobili. «Sono qui per fare il mio lavoro» sottolinea.

Anche perchè, aggiunge Padoan ai cronisti che lo interpellano mentre è a colloquio con il direttore generale di Bankitalia Salvatore Rossi, «Io non sono ancora presidente dell'Istat». La sua procedura di nomina, passata una prima volta in consiglio dei ministri, approvata dalle Camere dopo un articolato dibattito, reso ancor più complesso da sviste procedurali, deve ripassare, per essere perfezionata, all'esame di un futuro consiglio dei ministri del governo che deve nascere.

In totale, sono passati più di due mesi e il nuovo presidente dell'Istituto nazionale di statistica ancora non c'è. Di sicuro, visto a 23 mila chilometri di distanza, il nostro appare come uno strano Paese: vuole voltare rapidamente pagina per sostenere lo sviluppo e nel frattempo si muove al rallentatore perfino nel decidere chi dovrà guidare il sistema delle infrastrutture statistiche.

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