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Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2014 alle ore 18:29.
L'ultima modifica è del 20 febbraio 2014 alle ore 19:45.

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I ministri degli Esteri dell'Ue, riuniti questo pomeriggio a Bruxelles, hanno deciso di «procedere rapidamente» verso le sanzioni mirate ai responsabili del regime ucraino che si sono macchiati di violenze e violazioni dei diritti umani durante la sanguinosa repressione dell'opposizione di piazza Maidan. Lo ha riferito il ministro degli Esteri, Emma Bonino, in una dichiarazione rilasciata uscendo dalla riunione straordinaria del Consiglio Relazioni Esterne dell'Ue, convocato proprio per discutere della crisi ucraina.

La riunione si è svolta con un collegamento in teleconferenza con i tre ministri degli Esteri dell'Ue (il francese Laurent Fabius, il tedesco Frank-Walter Steinmeier e il polacco Radoslaw Sikorski) che sono andati oggi in missione a Kiev per cercare di mediare fra il regime e le forze dell'opposizione. «Abbiamo avuto una posizione in stretto collegamento con i tre ministri che sono in loco per nome e per conto dell'Ue. La decisione, in accordo con loro, è di procedere molto rapidamente nelle prossime ore a restrizioni su visti e asset finanziari, per coloro che si sono macchiati di violenze». Ma, ha proseguito Bonino, nelle conclusioni del Consiglio c'è anche «una parte per noi molto importante e, invece, di apertura per quanto riguarda i visti Ue per membri della società civile, i feriti e i dissidenti, e c'è una parte molto importante sull'assistenza umanitaria e l'aiuto medico». «Continueremo a rimanere in contatto con i tre ministri», mentre proseguono i loro incontri a Kiev, ha aggiunto Bonino. La Farnesina convocherà domani l'ambasciatore ucraino a Roma, Yevhen Perelygin. Il diplomatico sarà ricevuto dal viceministro degli Esteri Marta Dassù.

«La prima responsabilità della situazione attuale» ricade «direttamente» sul presidente Ianukovich e sulle autorità ucraine cui spetta «il primo passo per riprendere il dialogo». Queste sono le conclusioni del Consiglio Esteri, che non indicano alcun nome a carico del quale saranno inflitte sanzioni, scelta delegata ai gruppi di lavoro Ue.

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