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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2014 alle ore 10:24.

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Carolina Kostner non commenta, perché è una signora. In tutti i sensi, non solo per i 27 anni con cui affronta sui pattini ragazzine in età da liceo. Non commenta perché comunque è troppo felice, dopo essersi messa al collo la prima medaglia olimpica, l'unica a mancare nella sua lunga e preziosissima collezione. Non commenta perché dopo tanti anni sa che la frittata, una volta fatta, non torna a essere uovo. Mai. Tantomeno quando la frittata la fanno le giurie.

La gara di pattinaggio di ieri, di altissimo livello tecnico, ha visto andare l'oro a chi aveva vinto il bronzo, ovvero alla russa Adelina Sotnikova (17 anni): bravissima, non brava, ma bravissima appunto per il bronzo. La classe, l'eleganza, lo stile, la tecnica, la leggerezza e la pulizia dei movimenti di Carolina erano tutta un'altra cosa. E tutta un'altra cosa erano la classe, l'eleganza, lo stile e via dicendo della ventitreenne coreana Yu Na, una divinità prestata al ghiaccio capace di essere anche meglio della straordinaria Kostner vista ieri.

Per la giuria non è stato così: non ha vinto il pattinaggio, ma la Russia, che già doveva scontare la resa incondizionata della Nazionale di Hockey (una specie di suicidio per chi credeva di avere l'oro in tasca e resta fuori dalle medaglie) e l'assenza del grandissimo pattinatore Evgenij Plushenko, che a Sochi ha dovuto rinunciare a una probabilissima vittoria per un problema alla schiena.

I giudici hanno pensato che la Russia dovesse essere un qualche modo risarcita e hanno ribaltato in modo indegno una classifica che era sotto gli occhi del mondo: Yu Na prima, Kostner seconda, Sotnikova terza. La faccia della Yu Na, appena dopo aver sentito il punteggio, dice tutto e dimostra che non è vero che gli orientali abbiano sempre volti impenetrabili.

Resta, così, un oro non oro, ma purtroppo non è la prima volta e non è l'ultima nella storia dello sport quando ci sono in ballo le giurie. Negli anni decine e decine di incontri di pugilato sono andati allo sconfitto, decine e decine di gare di ginnastica artistica sono state vinte da chi aveva perso, decine e decine di splendide esibizioni nel nuoto sincronizzato sono state affossate da ineffabili signori (e signore) che dovrebbero giudicare in modo tecnico e asettico e che, invece, dimostrano di essere parte di un sistema malato e colpevolmente manipolatore. Accade troppo spesso, per essere un caso, e accade troppo spesso a favore degli atleti di casa o delle federazioni più potenti.

Non sarà l'ultima volta, purtroppo. Accadrà ancora, tante e tante volte. Dei giurati di ieri sera non conosciamo nomi e cognomi: pazienza. Chiunque voi siate, signori e signore, vergognatevi.

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