Sanremo, Renga in testa davanti ad Arisa e Rubino. Tripudio per Arbore all'Ariston

Per ora ha votato il pubblico ed è in testa. Con l'intervento della giuria di qualità si vedrà. Il favorito della vigilia Francesco Renga, con l'astuta «Vivendo adesso», guida la classifica provvisoria del 64esimo Festival di Sanremo, davanti ad Arisa con «Controvento» e all'interessantissimo Renzo Rubino, vero e proprio outsider dell'edizione con «Ora».

Seguono i Perturbazione, altra sorpresa in quarta posizione, Raphael Gualazzi e The Bloody Beetroots, quinti, Cristiano De André, sesto, Giusy Ferreri, settima, Antonella Ruggiero, ottava, l'altra favorita della vigilia Noemi, soltanto nona, Riccardo Sinigallia, decimo, quindi Francesco Sarcina, Giuliano Palma, Ron e il fanalino di coda Frankie Hi Nrg. Gerarchie da prendere con le pinze, considerando che la performance di stasera peserà per il 25% sul verdetto finale di sabato, quando interverranno anche il voto della giuria di qualità, con un peso del 50%, e una nuova tornata di televoto che inciderà per il restante 25 per cento.

Intanto tra le Nuove proposte passano il turno il giovane rapper napoletano Rocco Hunt che, con «'Nu juorno buono», canta la Terra dei Fuochi, e il rocker The Niro che ha proposto «1969». I due hanno superato Veronica De Simone («Nuvole che passano») Vadim («La modernità») e stasera si giocheranno la vittoria finale con Diodato e Zibba. Precedenza al concorso, insomma, in questa terza serata di festival che ha visto tra gli ospiti l'astronauta Luca Parmitano, reduce da «passeggiata» nella Stazione spaziale internazionale, e il folk singer irlandese Damien Rice che ha estratto dal suo repertorio «Cannonball» e «The blower's daughter», regalando al pubblico dell'Ariston momenti di grande intensità.

Arbore e il metodo per «anticipare» la vecchiaia
L'amarcord televisivo cui Fabio Fazio ha consacrato la puntata di mercoledì non è finito. Anzi: calorosissima l'accoglienza riservata a Renzo Arbore, protagonista di una performance nel segno della canzone napoletana. A Sanremo è arrivato per ricevere un riconoscimento per la sua carriera a 28 anni dalla sua partecipazione alla gara con «Il clarinetto». Dopo una serie di battute sul metodo con cui «anticipa» la vecchiaia («Studio i miei amici più anziani per intenerire i miei musicisti», «Ho fondato un'associazione: Amnesy International») si lancia in una performance musicale con la celeberrima «Ma la notte», l'omaggio a Roberto Murolo di «Reginella» e «Come facette mammeta» in chiave rock che ha trascinato il pubblico dell'Ariston nell'ennesima standing ovation di questa edizione.

L'elogio del diverso di Lucianina
Pochi minuti prima c'era stato il monologo della Littizzetto sulla bellezza della diversità. Dopo una serie di battute, è entrata a tema: «Per le donne la bellezza sta diventando un'ossessione, più passa il tempo e più ringiovaniscono - ha detto - e quando i giornalisti chiedono "qual è il segreto della tua eterna bellezza?", la risposta è "non faccio niente, vita sana e qualche integratore". Ma vaffan… va'... scusa Leone, hakuna matata» ha aggiunto rivolta al direttore di Rai1. «Ho una ruga in fronte che siamo in tre in Italia: io, la Fornero e Ligabue», ha scherzato Lucianina -. La bellezza non è la normalità, un mondo di tutti uguali è come il nazismo che uccideva i deboli e i diversi». La bellezza è «Alex Zanardi», la bellezza è «Lucia Annibali, la donna sfregiata con l'acido che ha denunciato il suo torturatore e ha saputo ripartire». E ancora: «Quanto tempo ci vorrà perché un bambino down appaia in una pubblicità della Nutella o nella famiglia tradizionale della Barilla? Alla televisione inglese c'è una conduttrice senza un braccio e qualcuno ha protestato perché i bambini si possono spaventare. Perché, due tette grandi come la cupola di San Pietro sono normali e un braccio solo no? Mamma, se fai credere ai tuoi figli che la vita è come i cartoni animati e non sai spiegare perché un bambino tira i libri alla maestra oppure non riesce a parlare, non puoi sorprenderti se poi dà fuoco a un barbone ubriaco e sporco, perché i fiammiferi glieli hai dati tu». Subito dopo, sul palco è spuntato Dergin Tokmak, ballerino e acrobata tedesco che si esibisce con il Cirque du Soleil, celebre per le sue performance con le stampelle.

Il flash mob di Shai Fishman
Ci doveva essere una sorpresa e, a ben guardare, c'è stata. Mentre Fazio, dopo l'intervento di Flavio Caroli, stava parlando di Van Gogh, è stato interrotto da un uomo in platea: «Vogliamo sentire la musica!». «Ma cos'è, una moda, un virus?», si è chiesto il conduttore. È partita così l'esibizione di Shai Fishman and the a Cappella all Stars, tra i più seguiti sul web. Si tratta di trenta cantanti che si esibiscono in tutto il mondo utilizzando solo le voci per costruire melodie, canzoni e ritmica (in beat box) riproducendo i suoni di una intera orchestra. Il leader e tutti componenti della formazione sono israeliani. «Questa l'abbiamo organizzata noi», ha chiosato Fazio alludendo ai sospetti, circolati nel web in questi giorni, che l'interruzione di martedì scorso possa essere stata soltanto una messinscena.

Omaggio ad Abbado con l'orchestra della Fenice
La serata era partita con l'omaggio a Claudio Abbado, scomparso esattamente un mese fa. «Ho avuto l'onore di essere suo amico», dice Fabio Fazio e cita il discorso che gli dedicò l'archistar Renzo Piano, secondo il quale il grande direttore d'orchestra «era convinto che la bellezza potesse salvare il mondo». Questo il «gancio» per introdurre l'Orchestra filarmonica della Fenice di Venezia diretta dal giovane maestro venezuelano Diego Matheuz alle prese con l'ouverture delle «Nozze di Figaro» di Mozart. Scelta non casuale: fu proprio Abbado che, nel 2005, tolse il violino dalle mani di Matheuz e gli consegnò la bacchetta chiedendogli di sostituirlo. Da allora sarebbe nato un profondo rapporto di collaborazione. Stasera sarà «Sanremo Club», puntata interamente dedicata alla tradizione cantautorale del Bel Paese. E sarà di nuovo nostalgia.

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