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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2014 alle ore 11:38.
L'ultima modifica è del 22 febbraio 2014 alle ore 20:09.

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«Se prevale la mentalità del mondo, subentrano le rivalità, le invidie, le fazioni...». A dirlo è Papa Francesco nell'omelia pronunciata al concistoro ordinario pubblico per la creazione di 19 nuovi cardinali. «Gesù camminava.... Questo ci colpisce nei Vangeli: Gesù cammina molto, e istruisce i suoi lungo il cammino. Questo è importante», ha detto Papa Francesco. «Gesù non è venuto ad insegnare una filosofia, un'ideologia... ma una "via", una strada da percorrere con lui, e la strada si impara facendola, camminando.

Sì, cari Fratelli, questa è la nostra gioia: camminare con Gesù. Ma questo non è facile, non è comodo, perché la strada che Gesù sceglie è la via della croce. Mentre sono in cammino, Egli parla ai suoi discepoli di quello che gli accadrà a Gerusalemme: preannuncia la sua passione, morte e risurrezione. E loro sono "stupiti" e "pieni di timore'" Stupiti, certo, perché per loro salire a Gerusalemme voleva dire partecipare al trionfo del Messia, alla sua vittoria - lo si vede poi dalla richiesta di Giacomo e Giovanni; e pieni di timore per quello che Gesù avrebbe dovuto subire, e che anche loro rischiavano di subire. Diversamente dai discepoli di allora, noi sappiamo che Gesù ha vinto, e non dovremmo avere paura della Croce, anzi, nella Croce abbiamo la nostra speranza.

Eppure, siamo anche noi pur sempre umani, peccatori, e siamo esposti alla tentazione di pensare alla maniera degli uomini e non di Dio. E quando si pensa in modo mondano, qual è la conseguenza? "Gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni". Si sdegnarono. Se prevale la mentalità del mondo, subentrano le rivalità, le invidie, le fazioni... Allora - ha proseguito il Papa - questa parola che oggi il Signore ci rivolge è tanto salutare! Ci purifica interiormente, fa luce nelle nostre coscienze, e ci aiuta a sintonizzarci pienamente con Gesù, e a farlo insieme, nel momento in cui il Collegio dei Cardinali si accresce con lôingresso di nuovi membri».

Entrare nel Collegio Cardinalizio «significa e comporta, di essere cioé Suoi speciali collaboratori, uniti più strettamente alla Chiesa di Roma e a Colui che presiede nella carità e testimoni dell'unità della Chiesa e della sua universalità, proseguendo con rinnovato entusiasmo nello svolgimento delle specifiche missioni a noi affidate, nella Curia Romana o nelle varie sedi episcopali» ha detto il segretario di Stato, Pietro Parolin, nel suo indirizzo di saluto a Papa Francesco, a nome dei 19 nuovi cardinali. «Eccoci, Santo Padre - ha continuato Parolin - per camminare, edificare e confessare insieme, come Lei stesso ci esortava a fare il primo giorno del Suo pontificato, con il coraggio di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che é versato sulla Croce; e di confessare l'unica gloria: Cristo Crocifisso.

E così la Chiesa andrà avanti». «Eccoci, Santo Padre - ha ripetuto - per intraprendere e continuare, con Lei e sotto la Sua guida, il cammino di una conversione pastorale e missionaria, che non può lasciare le cose come stanno, costituendoci in tutte le regioni della terra in uno "stato permanente di missione" secondo gli orientamenti del Concilio Ecumenico Vaticano II», come ha scritto Francesco nell'Evangelii gaudium. «Le assicuriamo - ha quindi concluso Parolin a nome dei nuovi cardinali ancora rivolto a Francesco - la nostra preghiera e affidiamo i nostri propositi a Maria, Madre della Chiesa e Regina degli Apostoli. Ella, insieme a San Giuseppe, al Beato Giovanni XXIII e a tutti i Santi interceda per Lei, Santo Padre, per tutti noi qui presenti, per la Chiesa e il mondo intero!».

Dopo aver guidato la processione d'ingresso, Papa Francesco prima di raggiungere la sua sede si é avvicinato al Papa Emerito Benedetto XVI per scambiare un abbraccio con lui. Ratzinger aveva la papalina bianca in mano ed é apparso sorridente e in buona salute. È la prima volta che Benedetto XVI partecipa a una liturgia in San Pietro dopo la rinuncia del 28 febbraio dell'anno scorso. In luglio, però, era già stato accanto a Francesco nei Giardini Vaticani per la benedizione di una statua dell'Arcangelo San Michele collocata a pochi passi dal monastero Mater Ecclesiae dove attualmente il Papa Emerito risiede. L'abbraccio tra Papa Francesco e Benedetto XVI si é ripetuto poi alla fine del Concistoro, quando Bergoglio con mitria e piviale si é diretto prima da Ratzinger (che lo ha accolto a capo scoperto, avendo nuovamente in mano la papalina bianca in segno di rispetto) e poi alla statua bronzea di San Pietro, alla quale ha baciato il piede, come usano farei romani che così lo hanno consumato. Anche i 18 nuovi cardinali (il 19esimo, Loris Capovilla era assente per ragioni di età), una volta ricevute le insegne (berretta, papalina e anello) dalle mani di Francesco e il suo abbraccio, si sono recati uno alla volta a salutare Benedetto XVI, compreso l'ivoriano Jean-Pierre Kutwa, che era sulla sua sedia a rotelle.

Il neo cardinale Loris Capovilla, che compirà 99 anni il prossimo ottobre, ha chiesto e ottenuto da Papa Francesco di poter ricevere la berretta cardinalizia e le altre insegne a Sotto il Monte, il paese di Giovanni XXIII del quale fu il segretario e dove risiede da quasi 30 anni, da quando cioé si ritirò dall'incarico di arcivescovo di Loreto (lasciando la sede a Pasquale Macchi, lo storico segretario di Paolo VI). Per una singolare coincidenza, ricevette la berretta fuori dal Concistoro anche Angelo Roncalli, nel 1952. Essendo nunzio a Parigi (destinato al patriarcato di Venezia) a consegnargliela fu l'allora presidente francese Vincent Auriol. Più recentemente la stessa sorte é toccata allo sfortunato cardinale Alberto Bovone, che nel 1998 ricevette la berretta dalle mani dell'allora segretario di Stato Angelo Sodano. Il prefetto delle cause dei santi (ed ex numero due della Congregazione della Dottrina della Fede di Joseph Ratzinger) era ricoverato al Policlinico Gemelli, dove dopo poche settimane morì.

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