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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2014 alle ore 20:35.

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Bilancio in tredici pagine per i 10 mesi degno del tecnico Fabrizio Saccomanni a via XX settembre, dove ha sede il ministero dell'Economia. «Considerando sia i decreti legge, sia la legge di Stabilità per il 2014», spiega oggi una nota del Mef «gli interventi di politica economica finanziati dal governo Letta ammontano in totale a circa 7,5 miliardi nel 2013, 20,7 nel 2014 e 17 nel 2015». Nel triennio considerato, oltre 45 miliardi di euro.

Le conferme giunte da valutazioni delle agenzie di rating e spread in calo
Il governo uscente ha poi «lavorato per mantenere l'indebitamento netto entro la soglia del 3% del Pil (anche con l'attuazione a settembre di una manovra correttiva pari allo 0,1 % del Pil), per tendere al pareggio di bilancio in termini strutturali e per avviare un graduale percorso di riduzione del debito. Nel documento, che porta il titolo «Il contributo Mef alla politica economica del governo Letta», si sottolinea poi come «ll miglioramento delle valutazioni delle agenzie di rating nonché l'ampia riduzione dei differenziali di rendimento tra i titoli di Stato decennali italiani e quelli tedeschi sono un riconoscimento dei risultati conseguiti e creano le condizioni per una crescita più vigorosa».

Tra le "cose fatte" anche gli incentivi per le ristrutturazioni
Oltre al programma di smaltimento dei debiti accumulati dalla Pa nei confronti delle imprese negli ultimi anni, il documento cita tra le "cose fatte" la promozione degli incentivi a sostegno del settore delle costruzioni e delle infrastrutture, «che negli ultimi anni aveva visto ridursi drasticamente il proprio prodotto». L'insieme degli interventi messi in campo, compresi quelli di riqualificazione energetica degli edifici, ha fatto registrare nel 2013 «un forte aumento della spesa per ristrutturazioni edilizie e per l'efficienza energetica da parte delle famiglie italiane: i bonifici oggetto degli sgravi sono pass ati da un ammontare di 16 miliardi nel 2012 a un ammontare di 25 miliardi nel 2013».

La strategia dell'esecurivo Letta per uscire da una crisi senza precedenti
«Nel corso di una crisi economica senza precedenti nella sua storia, che ha seguito una lunga fase di crescita stentata - si legge nella premessa del documento -, l'Italia ha perso più di 9 punti percentuali di Pil. All'inizio del mandato del Governo l'attività economica si stava riducendo a tassi molto significativi; dopo otto trimestri di contrazione, nel terzo trimestre del 2013 si è finalmente stabilizzata ed è lievemente cresciuta nel quarto». Così «l'Esecutivo ha concentrato i propri sforzi di politica economica nel sostegno dell'attività produttiva e nel miglioramento della competitività della nostre imprese», che «è l'unica strada per creare occupazione, assicurare solide prospettive alle generazioni più giovani, limitare il costo del debito pubblico. A tali interventi si sono associate misure a sostegno delle fasce della popolazione più duramente colpite dalla crisi».

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