Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 23 febbraio 2014 alle ore 08:16.

My24


In poche ore l'Ucraina ha cambiato volto. In 48 ore il Maidan - la piazza della protesta - ha visto le fiamme della battaglia, ha ascoltato il Padre nostro recitato per le 77 vittime di quegli scontri e infine, ieri sera, ha ritrovato Yulia Tymoshenko. «Sono sicura che presto l'Ucraina farà parte della Ue, e questo cambierà tutto», è stata una delle sue prime dichiarazioni, appena uscita dal carcere di Kharkiv. Seduta su una sedia a rotelle, ha esortato i manifestanti a restare in piazza: «Non è finita - ha gridato dobbiamo portare Yanukovich e la cricca che lo circonda al Maidan».
Dopo la firma dell'accordo tra Viktor Yanukovich e i leader dell'opposizione sotto la benedizione europea, venerdì, gli avvenimenti si sono srotolati con una rapidità impressionante. E il cambio di regime non ha lasciato vuoti di potere: Yanukovich non ha ancora rassegnato le dimissioni ma già i doveri di capo dello Stato vengono riconosciuti a Oleksandr Turchinov, stretto alleato di Yulia Tymoshenko, nominato venerdì presidente della Verkhovna Rada. È stato qui, in Parlamento, che venerdì sera i deputati hanno accelerato i tempi: l'intesa prevedeva un ribilanciamento dei poteri tra presidenza e parlamento, la formazione di un governo di unità nazionale entro dieci giorni, elezioni presidenziali anticipate da convocare non oltre il prossimo dicembre. Fino a venerdì pomeriggio Yanukovich era parso convinto di poter partecipare alla transizione.
Un «golpe fascista»
Il cambiamento, quello che ora Yanukovich denuncia come «golpe fascista» è avvenuto in aula, dove i deputati hanno destituito il ministro degli Interni Vitaly Zacharchenko, scegliendo al suo posto un altro alleato della Tymoshenko, Arsen Avakov. E poi hanno approvato qualcosa che non era previsto negli accordi, non almeno in quelli scritti. Con una legge hanno spianato la strada alla liberazione di Yulia, in carcere dal 2011 per una condanna a sette anni per abuso d'ufficio. Intanto, nelle strade della battaglia le forze dell'ordine lasciavano campo libero ai dimostranti e ai cortei funebri, e il ministero degli Interni si schierava «con il popolo». I negozi del centro riaprono. Ora sono gli attivisti della piazza a garantire la sicurezza, in mano gli scudi che fino a ieri avevano i Berkut, le truppe antisommossa. I militari, ha dichiarato il nuovo capo di stato maggiore appena nominato da Yanukovich, resteranno estranei al conflitto: «Il personale delle forze armate - ha detto l'ammiraglio Yuriy Ilyn - resterà nelle normali destinazioni impegnato nelle funzioni di routine». Viktor Yanukovich restava solo.
Così è fuggito, senza neppure chiudere casa stando alle immagini che impazzano sul web, una residenza sontuosa presa d'assalto ieri da dimostranti e reporter curiosi. Nel suo ufficio privato, una "lista nera" di giornalisti scomodi, transazioni milionarie. Il destino del presidente è rimasto avvolto nel mistero finché ieri Yanukovich è apparso in un video trasmesso da una località imprecisata, descrivendo gli ultimi avvenimenti come «un colpo di Stato fascista come in Germania nel 1933», rifiutando di dimettersi.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi