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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2014 alle ore 09:24.
L'ultima modifica è del 25 febbraio 2014 alle ore 00:54.

I due marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non saranno processati in base al "Sua act", la legge antipirateria dell'India. Si applicherà la legge ordinaria. E arriva un nuovo rinvio di due settimane per il caso. Si è tenuto un vertice a Palazzo Chigi. All'incontro con Matteo Renzi hanno partecipato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e l'inviato speciale del governo Staffan De Mistura.
Il governo indiano ha comunicato alla Corte suprema la rinuncia a incriminare Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sulla base del Sua Act, la legge antipirateria che prevede anche la pena di morte. Il procuratore generale G Vahanvati ha però insistito perché i capi d'accusa vengano formulati comunque dalla Nia, la polizia antiterrorismo che ha svolto le indagini, un'eventualità a cui la difesa si è opposta. A quel punto il giudice B.S. Chauhan ha dato tempo una settimana alla difesa per esporre il suo punto di vista, e all'accusa un'ulteriore settimana per replicare alle argomentazioni dei legali dei marò.
Palazzo Chigi: decisione New Delhi per fermezza Italia
«La decisione odierna della Corte Suprema di New Delhi di rinunciare al ricorso alla legge antiterrorismo è il risultato della ferma opposizione dell'Italia». È quanto si legge in una nota della Presidenza del Consiglio, dopo la riunione di oggi della task force sui marò. «Il Governo continuerà con determinazione sulla strada dell'internazionalizzazione della vicenda». È quanto si legge in una nota del Governo dopo la riunione della task force sui marò.
Schulz a Parlamento Ue: siamo preoccupati
Intanto il caso marò evocato dal presidente del Parlamento Ue in apertura delle plenaria. Martin Schulz, che «condivide le preoccupazioni dell'Italia sulla lunghezza e i ritardi del caso», ha lanciato «un appello all' India perché rispettino pienamente e prontamente il diritto internazionale, specie la Convenzione sul diritto del mare».
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