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Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio 2014 alle ore 09:13.
L'ultima modifica è del 26 febbraio 2014 alle ore 10:56.

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Angelo Giuliani (Ansa)Angelo Giuliani (Ansa)

Arresti domiciliari per l'ex capo della Polizia municipale di Roma Angelo Giuliani e per altre tre persone che rappresentavano i vertici della società «Sicurezza e Ambiente» che ripristinava il manto stradale dopo gli incidenti. L'accusa per tutti è di corruzione ed è legata alla irregolarità nell'affidamento dell'appalto a questa società per il tramite di Giuliani. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma guidati dal colonnello Lorenzo Sabatino.

Stando agli accertamenti condotti dai pm Ilaria Calò e Laura Condemi, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Caporale, l'ex capo della polizia municipale sarebbe intervenuto illecitamente per far sì che l'appalto, del valore di alcuni milioni di euro, andasse alla società "Sicurezza e Ambiente" senza alcun bando di gara. In cambio Giuliani avrebbe ottenuto somme di denaro, sotto forma di sponsorizzazioni, per il centro sportivo dei vigili, a lui riconducibile. A finire ai domiciliari, oltre all'ex capo dei vigili urbani della capitale, sono stati i vertici di "Sicurezza e Ambiente", come il direttore generale Angelo Cacciotti, il legale Giovanni Scognamiglio, e il dirigente Iano Santoro.

Tra i soggetti accusati di corruzione nell'indagine ci sarebbe anche Alfredo Meocci, che tra il 2005 e il 2006 è stato direttore generale della Rai, coinvolto come componente dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Secondo chi indaga, nel 2013 avrebbe espresso un parere favorevole in merito all'assegnazione dell'appalto alla società "Sicurezza e Ambiente", senza che ci sia stata alcuna gara, quando nel 2012 il giudizio dell'Avcp, sempre su questo stesso appalto, era stato negativo.

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