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Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio 2014 alle ore 17:04.
L'ultima modifica è del 27 febbraio 2014 alle ore 08:19.

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Tutti sognano il giro del mondo, ma in pochi riescono a partire. E nessuno si sogna di farlo in bicicletta pensando di metterci poco più di quattro mesi. Nessuno tranne Paola Gianotti che il prossimo 8 marzo partirà dalla sua Ivrea per tentare l'impresa che sta preparando da più di un anno: il giro del mondo a pedali, 29.030 chilometri, in meno di 145 giorni.

Il risultato le permetterebbe di entrare anche nel Guiness dei Primati visto che per il momento l'unica donna che ha portata a termine una simile impresa, la greca Juliana Buhring nel 2012, di giorni ne ha impiegati 152.
Visto che è la prima donna italiana a cimentarsi in questa avventura, Paola Gianotti ha scelto di partire proprio l'8 marzo per onorare la festa della mimosa. Il primo colpo di pedale è previsto per le ore 11, nella centralissima piazza Ottinetti di Ivrea, mentre la prima tappa si chiuderà a Spotorno, dopo circa 215 chilometri, che sono anche la lunghezza media delle tappe in cui la spedizione è strutturata. Dopo aver varcato il confine di Ventimiglia, Paola attraverserà Francia, Spagna e Portogallo, prima di imbarcarsi su un aereo che la porterà in Argentina. In sud America pedalerà per quasi 10 mila chilometri, attraverso Cile e Perù. Poi Stati Uniti (5 mila chilometri), Oceania (quasi 7 mila) e Asia (5 mila), dove comincerà la lunga via del ritorno che la riporterà a casa attraverso Turchia, Grecia e Albania.

Si tratta ovviamente di un giro del mondo un po' anomalo perché i trasferimenti aerei scavano dei buchi notevoli nella scia di Paola sul planisfero. Soprattutto in Asia, il salto è macroscopico, con un passaggio aereo dalla Thailandia la farà rimbalzare fino in Turchia. Ma Keep Brave, questo il nome del progetto all'insegna di quel "non mollare mai" che è un po' il motto della sua protagonista, non è una semplice avventura. È un'impresa sportiva su scala globale che, necessariamente, deve scendere a compromessi con esigenze logistiche e organizzative. I criteri del Guiness prevedono almeno 28.970 chilometri in bicicletta (che deve essere sempre la stessa), non meno di 40.075 chilometri con gli spostamenti aerei o navali, la partenza e l'arrivo nella stessa località e il passaggio per due punti agli antipodi della Terra. «Ho sempre amato i viaggi e lo sport e questa mi sembra la sintesi ideale di queste passioni», racconta Paola a pochi giorni dalla partenza. «L'obiettivo del Guiness non è che uno stimolo in più per portare a termine questa incredibile avventura, ma naturalmente lo faccio prima di tutto per me stessa. Sono convinta che lo sport sia un momento di crescita e formazione personale, oltre che una sfida verso i propri limiti». A seguire Paola ci sarà un camper con un team di due persone, addette alla logistica e all'aggiornamento del sito (www.keepbrave.com) che seguirà in diretta l'impresa. «Alla manutenzione della bicicletta, invece, ci penso io», rivendica con orgoglio la biker eporediese. «Come d'altronde anche alla navigazione stradale, visto che il camper non mi seguirà metro dopo metro come fa l'ammiraglia nel ciclismo».

Laureata in economia e commercio e per anni imprenditrice nel settore degli eventi sportivi, Paola è una sportiva tosta. Ha praticato triathlon, sci alpinismo, thai boxe. Ma al suo attivo può vantare anche un Ironman 70.3 (vale a dire: 1,9 km a nuoto, 90 in bicicletta e 21 di corsa), la Escape from Alcatraz, l'ascesa al Kilimangiaro, una spedizione in kayak in Groenlandia e una serie di immersioni subacquee sotto i ghiacci. Keep Brave, però, fa storia a sé. E Paola ha dovuto seguire una scrupolosa preparazione per affrontarlo nelle migliori condizioni fisiche e mentali. Nell'ultimo anno ha messo insieme 20 mila chilometri di allenamento in bicicletta, pedalando tra Piemonte e valle d'Aosta e, nei mesi più rigidi, alle Isole Canarie. Non sono mancati gli incidenti, la grande preoccupazione di ogni ciclista: a settembre dell'anno scorso, infatti, una rovinosa caduta "in scia" le ha fatto perdere conoscenza, senza per fortuna alcuna grave conseguenza. «Quel che mi preoccupa di più», conclude Paola, «sono le condizioni meteo. Nel giro di poco tempo si passerà dal freddo dell'inverno europeo e ancor più delle Ande agli oltre 40 gradi della Malesia. Un cambiamento che potrebbe essere difficile da digerire per il mio corpo. E poi ci sono pioggia e vento, tutti elementi che potenzialmente potrebbero rubarmi tempo prezioso». Chiunque abbia provato a pedalare controvento sa quanto fondato sia questo timore!
Ad accompagnare Paola Gianotti in questa avventura, oltre al team che la seguirà, c'è una Cinelli Hobo che il costruttore milanese ha preparato appositamente per lei. Già ampiamente testata durante due edizioni del Tour d'Afrique (la corsa che attraversa il continente africano da nord a sud), questa Cinelli ha il telaio in acciaio al niobio, per garantire la massima affidabilità anche su sentieri dissestati, mentre la forcella in carbonio e lo sterzo sono protetti da speciali guaine per impedire l'infiltrazione di polvere e sporco all'interno dei componenti.
Se riuscirà nella sua impresa, Paola Gianotti dovrebbe tornare a Ivrea il 23 luglio. Fare il tifo per lei è obbligatorio.

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