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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2014 alle ore 12:02.
L'ultima modifica è del 27 febbraio 2014 alle ore 22:12.

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Wall Street chiude in positivo: il Dow Jones sale dello 0,46% a 16.273,74 punti, il Nasdaq avanza dello 0,63% a 4.318,93 punti mentre lo S&P 500 sale a un nuovo record mettendo a segno un progresso dello 0,38% a 1.854 punti. I listini Usa hanno beneficiato delle parole del presidente della Fed, Janet Yellen, che - in un'audizione in Senato - ha constatato la debolezza degli ultimi dati economici, legata anche al clima, e messo in evidenza come la Fed potrebbe considerare una pausa nel piano di freno agli aiuti all'economia se la debolezze persistesse.

Minimi storici per l'asta di questa mattina dei BTp con cui il Tesoro ha assegnato 7 miliardi di euro spingendo lo spread dei titoli italiani a 191 centesimi sotto quello della Spagna a 194. Il nuovo BTp decennale, cedola 3,75%, scadenza settembre 2024, ha raccolto 4 miliardi di euro pagando agli investitori un rendimento lordo annuo del 3,42% in netto calo rispetto al 3,81% della precedente asta. Domanda in aumento pari a 1,58 volte l'ammontare offerto.

Raccolti anche 3 miliardi con il Btp quinquennale, cedola 2,50%, scadenza 2019, rendimento in calo al 2,14% rispetto al 2,43% della precedente asta. Si tratta del minimo dall'entrata dell'Italia nell'euro. Collocati anche 1,033 miliardi di Ccteu, scadenza aprile 2018, rendimento 1,43% e 967 milioni di Ccteu, scadenza novembre 2018, rendimento in calo all'1,56% dall'1,79%.

Il buon risultato dell'asta era già stato percepito alla vigilia con BTp decennale che sul
mercato secondario era sceso sotto il 3,5%, raggiungendo il livello più basso dal gennaio 2006, ma in asta ha fatto meglio.

Nessuna reazione da parte di Piazza Affari che continua a cedere terreno in linea con gli altri listini europei.

Forti le richieste complessive decisamente più alte rispetto al mese precedente mentre il rapporto di copertura dell'intera asta è stato pari a 1,75, un livello decisamente sopra la media. In totale la domanda per i quattro titoli in asta ha raggiunto i 15,8 miliardi di
euro a fronte dei 9 miliardi offerti. Secondo Chiara Manenti, strategist per il fixed income di Intesa Sanpaolo «il ritorno degli investitori esteri ha senza dubbio favorito l'ottima performance delle aste del 2014, che hanno registrato una discesa dei rendimenti su molti punti della curva al di sotto dei livelli precedenti lo scoppio della crisi degli emittenti sovrani». Resta ancora ampio il differenziale tra rendimenti a breve e lungo termine e «si ridurrà soltanto quando l'Italia, continuando il processo di riforme intrapreso, riuscirà a riguadagnare la piena fiducia dei mercati», ha concluso l'analista.

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