Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2014 alle ore 08:57.
L'ultima modifica è del 01 marzo 2014 alle ore 12:27.
Ho già avuto modo nei mesi scorsi di visitare l'Oltrepò Pavese, terra lombarda al confine con Piemonte, Liguria ed Emilia, per assaggiarne i vini spumanti, prevalentemente a base di Pinot Nero.
L'Oltrepò, terza denominazione italiana per superficie vitata, è infatti di gran lunga la prima per quanto riguarda il Pinot Nero. Oggi voglio presentarne due versioni vinificate in rosso. Questo vitigno, da molti considerato il più nobile, ma anche il più difficile da affrontare, sia in vigneto che in cantina, è infatti estremamente versatile: se ne possono ottenere dei grandi vini sia nella versione ferma, vinificato in bianco, in rosso ed anche in rosato, sia come spumante, in bianco o in rosato.
Il vitigno Pinot Nero arriva in Oltrepò dalla Francia a metà dell'Ottocento, diffondendosi in forma massiccia: all'inizio per realizzare spumanti, ma già dagli anni 60-70 anche per la vinificazione in rosso. D'altronde ci troviamo alla stessa latitudine della Borgogna!
La possibilità di ottenere eccellenti risultati con tipologie di vini così diversi è dovuta al fatto che il vitigno Pinot Nero in realtà è una vasta famiglia di cloni, cloni diversi per grandezza del grappolo e produzione: vi sono ad esempio i tipi a bassa produzione, i cosiddetti "fini", più indicati per la vinificazione in rosso, ed i cloni ad alta produzione, i tipi "produttivi", più indicati per le vinificazioni in bianco e come base per gli spumanti.
Le principali caratteristiche del Pinot Nero vinificato in rosso dell'Oltrepò Pavese sono il colore rosso rubino, una certa eleganza olfattiva sostenuta però da un grande nerbo ed una buona struttura in bocca, buon equilibrio accompagnato da notevole energia.
Anche questa volta nella mia degustazione ho affrontato due vini, quelli delle aziende Tenuta Mazzolino e Le Fracce.
Tenuta Mazzolino – Corvino San Quirico (PV)
L'azienda, il cui nome deriva dal latino "Mansiolinum" e significa "punto d'incontro, tappa" è di proprietà della famiglia Braggiotti.
In quegli anni il dr. Enrico Braggiotti vuole creare un punto d'incontro per tutta la sua famiglia, con radici in Francia, in Italia ed in Turchia, cercando al contempo di soddisfare la sua passione per il vino e la campagna.
La figlia Sandra realizza il sogno del papà, facendo crescere e sviluppare la Tenuta, con un piglio decisamente "alla francese", tanto che il giornale locale scrisse "La Borgogna è anche a Corvino".
Giacomo Bologna, figura principe dell'enologia italiana, diede due consigli determinanti: Giancarlo Scaglione come enologo e vinificare il Pinot Nero in rosso.
Successivamente arrivano Kyriakos Kynigopoulos, enologo di fama internazionale e grande esperto di Pinot Nero, ancora oggi consulente dell'azienda, e Jean-François Coquard, laureato all'università di Borgogna, attuale enologo e direttore.
L'azienda ha 25 ettari di vigneto, produce circa 140.000 bottiglie, divise su 9 etichette.
Ho assaggiato Noir.
OP Pinot Nero Noir 2009.
La prima versione di questo Pinot Nero in purezza è del 1985, con uve provenienti da vigneti realizzati pochi anni prima con cloni di Pinot Nero importati dalla Borgogna.
Attualmente se ne realizzano circa 10.000 bottiglie. Il tenore alcolico è del 13,5 %.
Quest'annata ha messo d'accordo i critici delle principali guide, ottenendo da tutti i massimi punteggi.
La vendemmia a mano ed in cassette è stata nella seconda metà di agosto.
Alla vinificazione in acciaio segue un anno di affinamento in legno piccolo e poi 1-2 anni in bottiglia.
Versato nel bicchiere è di un colore rosso rubino, ancora vivace, che lascia intuire un potenziale di notevole invecchiamento.
In un primo impatto al naso prevalgono le note speziate rispetto al frutto: pepe, liquirizia, chiodo di garofano, ma anche erbe come la menta.
Ad un secondo passaggio arriva la rosa canina ed ecco infine i delicati sentori del sottobosco, sicuramente più evidenti in gioventù.
In bocca è di raffinata eleganza, morbido, avvolgente, delicato ed al contempo persistente: si sente tutta la provenienza francese dell'enologo.
Prezzo in enoteca: 35 Euro
Le Fracce – Mairano di Casteggio (PV)
L'azienda è di proprietà della Fondazione Bussolera Branca, ente no profit, che promuove la ricerca scientifica, la conoscenza e la formazione in agricoltura.
Fondazione nata dopo la morte nel 1994 dell'Avv. Bussolera.
E' affascinante la storia dell'avvocato, uno dei pochi sopravvissuti dell'ultima carica di cavalleria della storia, a Isbucenskij, in Russia, durante la seconda guerra mondiale.
©RIPRODUZIONE RISERVATA