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Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2014 alle ore 06:41.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 12:17.

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«Domani (oggi per chi legge, ndr) il Consiglio dei ministri varerà il decreto sugli Enti locali per affrontare i problemi di Roma. Le preoccupazioni di Marino sono comprensibili, il tono che ha usato assolutamente no». La bacchettata arriva in serata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi che alza il cartellino giallo al sindaco di Roma. Toni sbagliati sottolinea Renzi intervenendo al termine della direzione del Pd.

Il provvedimento che approderà oggi in Consiglio dei ministri alle 10.30 conterrà tra le altre cose le norme per blindare i conti della Capitale, la proroga di un mese per i servizi di pulizia nella scuole affidate a ex Lsu (si veda articolo a pagina 53). Si tratta del terzo provvedimento di urgenza che recepirà una parte del contenuto del precedente decreto, prevederà lo slittamento dal 30 aprile al 30 giugno dei termini per la chiusura del bilancio 2014 (che avrebbe dovuto contare su 165 milioni aggiuntivi grazie al trasferimento della somma dalla gestione commissariale a quella ordinaria), e l'apertura di un tavolo di confronto tra il Mef, il Governo e Roma Capitale per trovare la sintesi di un piano di rientro che metta al sicuro le finanze capitoline, specie per il futuro. Questioni che, c'è da giurarci, saranno monitorate attentamente da Palazzo Chigi. Sarà invece un disegno di legge (Ddl) a contenere la norma ponte che farà salvi gli effetti del Salva Roma bis e consentirà di fatto di sanare i conti del bilancio 2013 con i 320 milioni previsti dal provvedimento ritirato giovedì dal Governo. Al suo interno ci saranno anche misure per le infrastrutture e gli appalti e interventi per le zone colpite da calamità naturali.

Il sindaco intanto è sul piede di guerra e dopo aver minacciato le dimissioni dopo la notizia del ritiro da parte del Governo del Dl Enti locali, in mattinata parla di un possibile blocco della città da lunedì, se non ci sarà una risposta adeguata del Governo. In bilico infatti ci sono i servizi ai cittadini dal trasporto pubblico, agli stipendi, agli asili, all'assistenza ad anziani e bambini. «Io da domenica blocco la città» aveva detto un Marino furioso durante un'intervista a «Mix 24». Un ultimatum che il Governo non aveva gradito. Poi nel pomeriggio la correzione dei toni: «Io non blocco la città – precisa – sarà la città a fermarsi da sola. Se io non ho lo strumento per prendere decisioni sul bilancio, in questo momento non posso procedere ad alcuna erogazione di denaro». E conferma la fiducia nell'azione di squadra con il Governo Renzi e con il sottosegretario Delrio.

Ieri intanto sono state numerose le riunioni a Palazzo Chigi e al ministero dell'Economia e delle Finanze per lavorare al nuovo provvedimento al vaglio del Quirinale. La questione è delicatissima perché appare difficile reiterare norme già bocciate due volte. Un pasticcio che, se non risolto, rischia certamente di mettere in ginocchio la capitale d'Italia. I tecnici hanno lavorato fino a tardi: sul tavolo l'ipotesi di garantire via decreto legge le norme relative all'anno in corso («Ci sarà un provvedimento per il 2014» ha confermato anche il sottosegretario Giovanni Legnini in serata) e quelle relative al piano triennale e alla messa in sicurezza a medio e lungo termine delle casse di Roma. Fondamentale per la Capitale poter contare su risorse certe. In serata la rassicurazione di Marino che prima di entrare al teatro dell'Opera di Roma per assistere alla prima di Manon Lescaut ha chiarito: «Ho parlato con Matteo Renzi e Graziano Delrio e credo si stia lavorando nella direzione auspicata da tutti: ovvero che Roma abbia le risorse per svolgere il suo ruolo di Capitale d'Italia». Vedremo se sarà la volta giusta.

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