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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2014 alle ore 17:49.

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Il rinvio a giudizio per Roberto Formigoni e altri 9 indagati, arriva a quasi 2 anni di distanza dall'avvio delle indagini.

Questa la cronologia dell'inchiesta:

- 13 aprile 2012
Con l'accusa di avere distratto 56 milioni di euro dalla Fondazione Maugeri di Pavia, finiscono in carcere, nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Milano, l'ex assessore alla Sanità lombardo Antonio Simone, il direttore amministrativo del polo sanitario Costantino Passerino, il consulente Gianfranco Mozzali, il commercialista Claudio Massimo e l'uomo d'affari Pierangelo Daccò. Ai domiciliari va il Presidente della Fondazione, Umberto Maugeri. Le accuse a vario titolo sono riciclaggio, appropriazione indebita, associazione per delinquere, frode fiscale, fatture false. Dagli atti spunta il nome del Governatore Roberto Formigoni.
- 14 aprile 2012
Il Celeste dà mandato ai legali del Pirellone di querelare le testate giornalistiche che «hanno parlato delle vicende legate alla Fondazione Maugeri come di vicende riguardanti la Regione Lombardia».
- 16 aprile 2012
Vengono pubblicati sulla stampa i verbali in cui Giancarlo Grenci, fiduciario svizzero di Daccò indagato per associazione per delinquere, mette in relazione l'uomo d'affari e Formigoni: «So che erano in rapporti d'amicizia e che risultano pagamenti con carte di credito di viaggi». La replica del governatore lombardo: «Un Presidente di Regione conosce tanta gente, nulla di male ad aver passato alcuni di giorni di vacanza con Daccò».
- 12 giugno 2012
La portavoce di Formigoni precisa che il Governatore non è indagato
- 16 luglio 2012
La Guardia di Finanza sequestra a sei indagati, tra i quali Daccò, uno yacht di 30 metri, mille bottiglie di vini pregiati per un valore di oltre 300mila euro, 34 immobili, auto, moto e quote di società, oltre a 50 conti correnti riconducibili agli indagati. La Procura ipotizza l'esistenza di un'associazione a delinquere transnazionale finalizzata a plurimi reati. Emergerebbe l'esistenza di oltre 70 milioni di fondi neri accumulati negli anni e di cui Daccò era il tesoriere.
- 17 luglio 2012
Il gip Tutinelli concede i domiciliari a Passerino e Mozzali, due indagati che forniscono indicazioni ritenute utili agli investigatori.
- 25 luglio 2012
Il capo della Procura di Milano Edmondo Bruti Liberati rende noto con un comunicato che Formigoni è indagato per corruzione aggravata dal carattere transnazionale. Secondo la ricostruzione della Procura, Formigoni avrebbe favorito con 15 delibere del Pirellone la Maugeri in cambio di un lungo elenco di «utilità», il cui valore ammonterebbe a 8 milioni e mezzo di euro. «Almeno 4 milioni - rivela un'informativa della Gdf - sarebbe lo 'scontò di cui avrebbero goduto Formigoni e Alberto Perego (ndr memores domini convivente del Celeste) cui Daccò ha venduto una villa in Sardegna».
- 12 febbraio 2013
I pm Laura Pedio, Antonio Pastore e Gaetano Ruta notificano l'avviso di chiusura delle indagini al presidente della Lombardia e ad altre 16 persone tra cui, oltre a Daccò, Simone e agli ex vertici della Maugeri, a Nicola Maria Sanese, segretario generale della Regione e al dg dell'assessorato alla Sanità Carlo Lucchina. Formigoni ironizza: «Pensavo mi accusassero anche di omicidio e di strage e quindi posso dichiararmi soddisfatto».
- 8 maggio 2013
La Procura chiede il rinvio a giudizio per gli indagati.
- 27 settembre 2013
La Fondazione Maugeri esce di scena patteggiando davanti al giudice preliminare un risarcimento complessivo di sedici milioni di euro.
- 15 novembre 2013
Falsa partenza per l'udienza preliminare che viene subito rinviata perché la Corte d'Appello di Milano ha accolto l'istanza di ricusazione del gup Maria Cristina Mannocci (che aveva già giudicato e condannato Daccò per il San Raffaele), presentata dalla difesa di Simone
- 17 febbraio 2014
I pm ribadiscono la richiesta di rinvio a giudizio per Formigoni e gli altri indagati. Sulla richiesta deciderà il gup, Paolo Guidi. Nel corso della discussione, il pm Pedio parla di tre flussi di denaro al centro del «sistema» individuato dall'accusa: uno che sarebbe andato dalla Fondazione Maugeri e dal San Raffaele verso l'uomo d'affari Pierangelo Daccò e l'ex assessore al Pirellone Antonio Simone, entrambi imputati; un secondo dagli stessi Daccò e Simone sarebbe consistito in utilità a vantaggio di Formigoni; infine, un terzo sarebbe andato dalla Regione a Maugeri e San Raffaele. Formigoni risponde (fuori dall'aula): «Dov'è la novità? È da qualche anno che i pm di Milano chiedono il mio rinvio a giudizio, ma non sono mai riusciti a dimostrare la mia colpevolezza».

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