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Rugbymeet.com, il social network ovale

Il rugby diventa social. Questa volta, però, facebook o twitter non c'entrano nulla. La palla ovale è alla base di Rugbymeet.com, un social network sportivo che, per dirla con le parole dei suoi fondatori: «Si propone come anello di congiunzione tra i protagonisti di questa splendida disciplina, agevolandone il contatto e l'interazione». Sfruttando le tecnologie web-based, il social si rivolge a società sportive, allenatori e giocatori, tifosi e appassionati, con come comune denominatore il rugby. «L'idea mi è venuta nel febbraio 2012, ho deciso di coinvolgere i miei amici e da lì siamo partiti», spiega Mirko Clemente.

Una volta strutturato il progetto «abbiamo partecipato a un bando del Polihub e nel 2013 su 800 proposte ne sono state selezionate 15, noi siamo i primi del 2014», continua Clemente, giocatore oltre che appassionato di palla ovale. Rugbymeet, in fase di start-up, è quindi attualmente incubato da Polihub, l'incubatore del Politecnico di Milano gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano, con il contributo del Comune di Milano, mediante la società strumentale PoliHub Servizi Srl. «Nel corso di sei mesi il Polihub ci aiuta per lo sviluppo del business plan da presentare a potenziali investitori e sostiene le start-up nella loro ricerca», sottolinea Clemente, che si occupa di marketing e comunicazione, affiancato da Daniele Goegan (webcontent e social media manager), e Marco Colautto (gestione finanziaria). Attraverso i servizi forniti dal sito, alcuni in fase di progettazione, le squadre avranno più strumenti a disposizione per gestire la stagione sportiva, sia sotto il profilo tecnico che finanziario in un unico canale web, che agevolerà e migliorerà il lavoro delle società, i tesserati della Federazione italiana rugby – che patrocina l'iniziativa – per gestire la propria carriera e ai fan per avvinarsi ancora di più a questo sport. Per fare un esempio, il sito punta a creare un sistema che metta in rete squadre, allenatori e giocatori.

Ognuno dei protagonisti di questo sport potrà creare il proprio profilo su Rugbymeet.com, e attraverso un sistema di ricerca un allenatore potrà trovare il giocatore con le caratteristiche più utili alla squadra o, viceversa, un atleta potrà avere la possibilità di trovare il migliore ingaggio per lui. I servizi per gli utenti singoli saranno gratuiti, mentre una parte di quelli a club e società saranno a pagamento. «Le altre possibilità di fare ricavi deriveranno dall'e-commerce, in fase di progettazione, e dalla pubblicità», aggiunge ancora Clemente, specificando che la vetrina on-line sul sito «sarà naturalmente dedicata al rugby, con attrezzatura sportiva e tecnica e un occhio di riguardo ai fan, con il merchandising delle squadre e la vendita dei biglietti per le partite». La strada che Rugbymeet.com vuole percorrere è duplice: business e leisure&enterteinment. Superando la distanza tra società sportive e gli altri protagonisti del movimento, l'obiettivo è creare concrete opportunità sportive ed economiche. Come recita la presentazione del progetto, questo sarà possibile perché si potranno: scovare talenti, stringere nuovi contratti con giocatori e allenatori già in attività, stipulare accordi di partnership ed essere più vicini ai propri tifosi. Inoltre, ci saranno strumenti ad hoc per agevolare il lavoro di allenatori e giocatori (consultazione di calendari, risultati, prestazioni sportive…).

Per quanto riguarda la seconda componente, il social network vuole dare l'occasione agli appassionati e ai tifosi di avvicinarsi al mondo della palla ovale in modo attivo, commentando i risultati delle partite, le prestazioni dei giocatori ed entrare in contatto con gli altri utenti. Con questa parte, legata a iniziative che hanno visto come testimonial i giocatori Carlo Festuccia, Salvatore Perugini e Luca Morisi, rispettivamente 54, 83 e 6 caps nella Nazionale italiana di rugby, si punta ad aumentare la visibilità del social e della palla ovale in generale. Ciò dovrebbe generare un circolo virtuoso, più attenzione, più utenti, più occasioni per società, allenatori e giocatori e quindi più tifosi e più sponsor. In tale ottica rientra anche l'evento organizzato al Politecnico di Milano, nella sala Castiglioni per il 26 marzo prossimo (dalle 17), quando sarà presentato "Nel nome del rugby", il libro di Mauro Bergamasco, scritto con Francesca Boccaletto. A questa iniziativa sarà legato anche un contest sul sito per vincere, come primo premio, una giornata sul campo con il flanker della Nazionale italiana di rugby e delle Zebre. L'obiettivo ultimo, consolidato il modello in Italia, è quello di varcare i confini nazionali per andare a competere in quei Paesi dove il rugby ha una base e un movimento più ampi, proprio in vista della Coppa del Mondo del 2015, che si svolgerà in Inghilterra.

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