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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2014 alle ore 17:12.
L'ultima modifica è del 06 marzo 2014 alle ore 18:15.

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Da anni ci si interroga su chi sia il padre (o i padri) del bitcoin, la valuta virtuale che dopo l'impennata del 2013 negli ultimi mesi sta crollando colpita da attacchi hacker e problemi tecnici. In molti hanno parlato di un collettivo di almeno venti persone nascoste dietro a un nome: Satoshi Nakamoto, entrato nella storia di Internet come un pirata inafferrabile. Ma secondo quanto racconta il magazine Newsweek, Nakamoto sarebbe un 64enne di origini giapponesi che da tempo conduce una vita da eremita in California. Il magazine ha cercato di intervistare il 64enne che ha prima chiamato la polizia e poi ha risposto di non volere commentare e di non essere più coinvolto nello sviluppo dei bitcoin. Ma secondo le voci che girano a Temple City, una piccola città a est di Los Angeles, Nakamoto sarebbe seduto su una fortuna virtuale: avrebbe il 4% della valuta virtuale che a conti fatti - e considerando il crollo degli ultimi mesi - corrisponde a circa 400 milioni di dollari.

Newsweek nella sua storia di copertina, ha anche intervistato Arthur Nakamoto, il fratello dell'inventore del software che avrebbe dato vita alla cripto valuta. «È una persona intelligente. Tu nomini una cosa, lui la sa fare». E poi aggiunge: «Ma non fatevi illusioni, negherà di essere stato l'inventore dei bitcoin». Sempre secondo Newsweek, Nakamoto è nato nel 1949 a Beppu, in Giappone, figlio di un monaco buddista e discendente da una famiglia di samurai. Dopo il divorzio sua madre - che oggi ha 93 anni e vive con lui - è partita per la California. Nakamoto ha sei figli avuti da due diversi matrimoni. Una delle figlie, Ilene Mitchell, ha raccontato al magazine che non è così strano che suo padre sia l'inventore dei bitcoin. Ma ha avvertito: non pensate che vi dica che l'ha fatto lui.

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