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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2014 alle ore 12:50.
L'ultima modifica è del 07 marzo 2014 alle ore 08:08.

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La parità di genere resta l'ultimo scoglio. È questo il punto su cui si cerca una mediazione nelle battute finali della complessa navigazione della legge elettorale alla Camera. Passa invece l'emendamento salva-Lega, ribattezzato "pro-Forza Sud". Definitivo inoltre lo slittamento a lunedì del voto definitivo dell'Aula di Montecitorio, con ritardo rispetto alla tabella di marcia iniziale.

Parità di genere
La richiesta di parità fra i generi nelle liste è del Pd. Che ha ritirato tutti gli emendamenti tranne quelli che riguardano questo fronte. In particolare, un emendamento a prima firma Roberta Agostini, è stato sottoscritto anche da molte deputate Fi (da Stefania Prestigiacomo a Renata Polverini, da Gabriella Giammanco a Mara Carfagna). La modifica non ha però l'ok del vertice di Fi. Raccontano infatti che gli uomini incaricati della compilazione delle liste (primo fra tutti Denis Verdini) vogliono tenersi le mani libere. E oppongono un netto no all'emendamento Agostini che pone un limite massimo del 60% e minimo del 40% alla presenza di genere nelle liste. Se l'emendamento sarà messo ai voti, verrà inesorabilmente bocciato. Per questo è stato per ora accantonato. Nelle ultime ore va registrato l'appello della presidente della Camera Laura Boldrini affinché le forze politiche si spendano per questo fine nobile. «Lavoreremo sulla rappresnetanza di genere e confidiamo di arrivare a una conclusione positiva, ma è chiaro che ci dovrà essere il consenso di tutte le forze che hanno sottoscritto l'accordo, quindi anche di Forza Italia», ha spiegato Lorenzo Guerini, portavoce della segreteria Pd.

«Salva-Lega» ribattezzato «salva-Forza Sud»
Passa il Salva-Lega. L'emendamento che favorisce i partiti "territoriali" abbassandone la soglia è stato presentato da Forza Italia e, stranamente, pur essendo chiamato "salva-Lega" non è stato appoggiato dalla Lega Nord. In Transatlantico era forte il sospetto che la norma puntasse a favorire più che la Lega, le liste locali inventate da Fi. Il partito di Berlusconi sta infatti da qualche tempo puntando su raggruppamenti locali (come ad esempio Forza Campania) che potrebbero tornare utili in caso di elezioni politiche per piazzare candidati che non troverebbero spazio nelle liste ufficiali del partito principale. E così l'emendamento Parisi (deputato fiorentino molto vicino a Denis Verdini) ammette i partiti che che si presentano in meno di un quarto dei collegi, purché superino la soglia nazionale del 4,5% che poi consente il riparto dei seggi. Con questo escamotage si favorisce un'ipotetica "Forza Sud" che raccoglierebbe tutti i candidati delle regioni meridionali (Campania, Sicilia, Puglia e Calabria) con una forte capacità di raccolta di voti sul territorio.

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