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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2014 alle ore 12:50.
L'ultima modifica è del 07 marzo 2014 alle ore 08:08.

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L'impatto sui poteri del Colle
Resta poi qualche dubbio sull'impatto che la riforma elettorale valida solo per la Camera può avere sui poteri del Colle. In particolare sul potere di scioglimento delle Camere. In sostanza alcuni costituzionalisti hanno avanzato il seguente ragionamento: nel caso di crisi dei rapporti fra Esecutivo e Parlamento, quanto potrebbe pesare sul capo dello Stato sapere che in caso di scioglimento delle Camere si andrebbe a votare con un sistema in grado di produrre ingovernabilità? Non sarebbe in Quirinale "frenato" nel suo potere di sciogliere le Camere? Al Colle se ne sta discutendo. Ma, al momento, il capo dello Stato non sembra particolarmenete assillato da questo problema tanto che ha glissato le domande dei cronisti invitando ben due volte a «lasciar lavorare la Camera». Segno che, in qualche modo, l'intesa Pd-Fi, ha il suo nulla osta. Nondimeno, il capo dello Stato assicura: «Il mio ruolo è quello di promulgare dopo un attento esame».

Il voto finale
A questo punto, il voto finale dell'Aula della Camera dovrebbe arrivare - salvo sorprese - lunedì prossimo e non domani come in un primo tempo auspicato dallo stesso premier. Formalmente alla Camera si parla di uno slittamento necessario per consentire ad alcuni deputati di partecipare a un convegno di Fratelli d'Italia. Ma è del tutto evidente che le questioni in sospeso necessitano di qualche ora di lavoro in più per trovare vie d'uscita soddisfacenti per tutti. «Penso che l'accordo abbia tenuto bene», ha sottolineato Guerini, «ci sono stati passaggi su temi delicati, forze politiche che hanno votato contro, ma questo lo sapevamo e, nonostante tutto, non siamo mai andati sotto. Confidiamo di chiudere lunedì, ma se il dibattito in Aula lo richiederà, possiamo andare anche un pò oltre, a martedì».

Aula riconvocata lunedì
Dopo la seduta notturna di stasera, l'aula della Camera è riconvocata per lunedì. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio confermando lo stop dei lavori sull'Italicum per la giornata di domani. L'esame del testo riprenderà quindi lunedì dalle ore 11. L'aula è convocata anche per il pomeriggio e, nel caso in cui si renda necessario, anche per la seduta notturna.

Bocciato emendamento su preferenze
In nottata l'aula della Camera ha bocciato il primo degli emendamenti alla riforma elettorale che introducono il voto di preferenza, rispetto alle liste bloccate previste dal testo. I no sono stati 278, i sì 236, gli astenuti 2. Dopo una lunga discussione dai toni accesi, in cui alcuni esponenti del Pd si erano espressi a favore delle preferenze, come Rosi Bindi e il lettiano Marco Meloni, alla fine i voti favorevoli sono stati 236, cioè molto più numerosi di quelli registrati in altri emendamenti proposti dai piccoli partiti (in media 180-190).

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