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Questo articolo è stato pubblicato il 07 marzo 2014 alle ore 17:30.
L'ultima modifica è del 07 marzo 2014 alle ore 19:18.

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Condanne definitive per il crac della Parmalat. Lo ha deciso la quinta sezione penale di Cassazione che ha confermato sostanzialmente il verdetto emesso in appello dai giudici bolognesi. Lieve sconto di pena di cinque mesi solo per il patron Calisto Tanzi e il braccio destro Fausto Tonna, di 4 mesi per Giovanni Tanzi e di tre mesi per Luciano Silingardi per la prescrizione dell'accusa di associazione a delinquere.

In seguito al piccolo sconto di pena - per prescrizione - la condanna di Calisto Tanzi scende da 17 anni e 10 mesi a 17 anni e 5 mesi di reclusione (sconto 5 mesi). Per l'ex braccio destro Fausto Tonna, scende da 9 anni, 11 mesi e 20 giorni a 9 anni, 6 mesi e 20 giorni (sconto 5 mesi). Per Giovanni Tanzi - fratello di Calisto - scende da 10 anni e 6 mesi a 10 anni e 2 mesi (sconto 4 mesi). Dimunisce di 3 mesi per Luciano Silingardi che ottiene così 5 anni e nove mesi.

In sostanza, la riduzione della pena riguarda solo i quattro imputati ai quali era stata contestata l'associazione a delinquere della quale Calisto Tanzi era stato individuato - dalla magistratura - come capo. Per quanto riguarda le condanne degli altri dieci coimputati, la Suprema Corte ha confermato quella a 7 anni e 8 mesi per l'ex direttore marketing della multinazionale di Collecchio Domenico Barili, quella a 4 anni e dieci mesi per Giovanni Bonici, numero uno di Parmalat Venezuela ed ex amministratore di Bonlat, la società "cassonetto" di Parmalat.

Le altre condanne sono per dirigenti, sindaci e membri del Cda. Fabio Branchi, commercialista di Tanzi, deve scontare 4 anni, 10 mesi e 10 giorni. Enrico Barachini, 4 anni. Rosario Lucio Calogero, commercialista e primo "certificatore" in Italia, 4 anni e 7 mesi. Paolo Sciumè 5 anni e tre mesi. L'avvocato d'affari Sergio Erede, che ha uno dei maggiori studi societari italiani e che siede in numerosi consigli di amministrazione di società che contano, un anno di reclusione oltre alle pene accessorie. Camillo Florini 4 anni e un mese. Mario Mitti tre anni e sei mesi. Tutti devono rispondere in solido per risarcire i risparmiatori truffati, insieme ai due imputati prescritti in appello Davide Fratta e Giuliano Panizzi.

I supremi giudici della Quinta sezione penale, dopo una camera di consiglio di circa quattro ore, hanno in sostanza convalidato la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Bologna il 23 aprile 2012 per il crac da 14 miliardi di euro che ha truffato 38mila risparmiatori.

Il verdetto della Cassazione accoglie quasi interamente, a parte la dichiarazione di prescrizione, le richieste del sostituto procuratore generale Pietro Gaeta. Inoltre, in favore di tutti gli imputati condannati dalla Cassazione per il crac Parmalat, opera l'indulto di tre anni. Lo si apprende da fonti delle difese.

Coloro ai quali, detratto questo periodo - per effetto dell'atto di clemenza varato dal Parlamento nel 2006 - rimane una pena da scontare entro i tre anni di pena, potranno chiedere l'affidamento in prova. Quelli per i quali la pena da scontare rimane sopra i tre anni, nonostante l'indulto, possono chiedere - se non sono incorsi in una condanna severa - l'applicazione della legge Severino per ottenere la detenzione domiciliare.

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