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Questo articolo è stato pubblicato il 07 marzo 2014 alle ore 19:48.
L'ultima modifica è del 07 marzo 2014 alle ore 20:57.

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C'è chi scomoda la Thatcher
Forza Italia per opporsi ha scomodato persino la Thatcher («Parità di genere? Non mi pare che la Thatcher ne abbia avuto bisogno per emergere», ha dichiarato Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia. ). Ma è lampante per tutti che con la trasformazione del Senato in Camera delle autonomie (operazione per ora rinviata) ci sarà una tagliola sul numero dei parlamentari eletti. E che se le liste fossero "fifty fifty", con il principio dell'alternanza di genere, la metà dei posti disponibili sarebbero al femminile. Senza il principio dell'alternanza, invece, i primi in lista (dunque con la maggiore possibilità di essere eletti), potrebbero essere tutti uomini.

Boldrini: parità di genere question e complessa
«Non saranno solo le norme a risolvere la questione della parità e della violenza di genere», ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini. «La questione è molto più complessa e culturale e ognuno deve fare la sua parte, inclusi i mezzi di informazione, laddove spesso la donna viene rappresentata come figura secondaria, laddove non viene restituita l'appartenenza di genere, tipo quando una donna sta ai vertici e viene definita al maschile (il presidente, il commissario, il giudice)».

Hanno firmato anche parlamentari di Forza Italia
Ma sulla lettera non tutte le donne nel Pd sono d'accordo. Mentre oltre a parlamentari di Pd, Ncd, Sc e di Per l'Italia, ci sono anche alcune politiche di partiti contrari alle "quote rosa" nell'Italicum come Forza Italia: da Michaela Biancofiore a Michela Brambilla, da Mara Carfagna a Elena Centemero, da Gabriella Giammanco a Renata Polverini, da Stefania Prestigiacomo a Laura Ravetto, a Iole Santelli.

Difficile l'accesso alle istituzioni delle donne
Nella storia repubblicana le donne hanno conquistato a fatica un posto nelle istituzioni. Bisogna attendere il 1951 per vedere la prima donna sottosegretario nel settimo governo De Gasperi: è Angela Maria Guidi Cingolani, sottosegretario all'Industria con delega all'artigianato. Nel 1976 sarà Tina Anselmi il primo ministro donna della storia della Repubblica. Ora con il governo Renzi per la prima volta l'Esecutivo è per metà al femminile (8 a 8). Mentre poi nella partita dei sottosegretari la nuova regola è stata dimenticata: dei 44 sottosegretari (di cui 9 viceministri) solo nove sono donne. Nilde Iotti è stata la prima donna a ricoprire la carica di presidente della Camera dei deputati: ha occupato lo scranno più alto di Montecitorio per tre legislature, dal 1979 al 1992 e detiene ancor oggi un primato incontrastato nella storia italiana. La più giovane è stata poi l'ex leghista Irene Pivetti, terza carica dello Stato nel 1994. Ora è la volta di Laura Boldrini. Finora in Italia nessuna donna è mai stata presidente del Senato o presidemte della Repubblica.

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