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Questo articolo è stato pubblicato il 10 marzo 2014 alle ore 13:58.
L'ultima modifica è del 10 marzo 2014 alle ore 17:02.

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Si alza il livello dello scontro tra sindacati e il premier Matteo Renzi. «Il presidente del Consiglio dovrebbe moderare i toni, dovrebbe creare coesione in un momento così difficile come ora e non unirsi a coloro che alimentano la spirale del populismo». Così il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni a Sky TG 24 Mattina in merito alle parole del premier Matteo Renzi ospite ieri sera a "Che tempo che fa", che si era detto poco preoccupato («ce ne faremo una ragione») da un'eventuale opposizione dei sindacati al piano di riforme in arrivo mercoledì nel consiglio dei ministri.

Parole che hanno suscitato la reazione del segretario della Cisl, che ha assicurato: «il sindacato non servirà a fare da scendiletto a nessuno». E ha lanciato sul suo profilo twitter l'hastatg: #Renzirispettisindacato, rilanciato dalla Cisl nazionale. Mentre il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha avvisato il premier: «Renzi deve sapere che se risposte ai lavoratori non arrivano o se si tolgono risorse e si riduce la coperta degli ammortizzatori ci sarà un problema di risposta al mondo del lavoro». E ha rincarato la dose: «Capisco che Renzi abbia una visione calcistica ma il mondo non è fatto di derby. Il tema è a chi vuoi dare delle risposte».

Bonanni: Renzi costretto a fare quanto detto dal sindacato
Il presidente del Consiglio, secondo Bonanni, è stato costretto a fare sulle tasse quanto indicato dal sindacato. «È ciò che abbiamo chiesto insistentemente - ha dichiarato ai microfoni del Gr 1 Rai, in merito all'annunciato taglio di 10 miliardi delle tasse - e credo che Renzi l'abbia fatto perché non poteva fare diversamente. Non tener conto delle famiglie dei lavoratori e dei pensionati, sarebbe stato per lui una prima sconfitta nella decisione sapendo che ha la campagna elettorale». «Forse - ha insistito il leader della Cisl - ecco perché ricerca un pò di attrito col sindacato. È stato costretto a fare ciò che ha detto il sindacato e quindi ora deve mettersi contro il sindacato per rabbonire alcuni ambienti che gli chiedono invece differenti posizioni e differenti decisioni». Se il governo vuole assecondare anche le imprese - ha concluso Bonanni - c'è una misura che può fare subito: «se ha coraggio Renzi lì deve muoversi. Deve ridurre della metà le tasse sugli utili reinvestiti. Se ha coraggio lo faccia». E ancora: «Renzi finora non ha fatto altro che creare problemi e divisioni e questo non va bene».

Camusso: Renzi disattento al Paese che ha già pagato
Dura anche la posizione del segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso, che ha accusato il premier di disattenzione nei confronti di lavoratori e pensioni. «Renzi mi è parso disattento al fatto che c'è una parte del Paese che ha pagato un prezzo altissimo durante questa crisi, che ha più volte cercato di invertire le politiche economiche proprio perché la crisi non continuasse a precipitare», una parte di Paese che attende «una svolta», ha detto Camusso, parlando a Bari. Renzi, secondo il segretario generale della Cgil, «deve sapere che quella parte del Paese e quella parte del mondo del lavoro e delle pensioni sta guardando ai suoi tanti annunci e alle coerenze che poi ci saranno tra gli annunci che fa e l'idea di avere una effettiva svolta di politica economica».

«Mondo non è fatto di derby»
La Cgil chiede di destinare tutte le risorse previste per il taglio del cuneo fiscale al lavoro e non alle imprese, non limitandosi a intervenire sull'Irpef ma aumentando anche le detrazioni. «Capisco che Renzi abbia una visione calcistica ma il mondo non è fatto di derby. Il tema è a chi vuoi dare delle risposte», ha aggiunto Camusso a margine del congresso provinciale Cgil di Bari, riferendosi alle dichiarazioni fatte ieri dal premier sulla posizione dei sindacati e di Confindustria favorevoli rispettivamente a concentrare il taglio del cuneo fiscale sull'Irpef e sull'Irap.

Bonanni: premier «sopra le righe»
«Il presidente del Consiglio, farebbe bene a non stare sopra le righe - ha rincarato la dose Bonannni - meglio aspettare per un incontro, gli incontri si fanno quando possono servire». «A me non piace questa ruggine oramai chiara che c'é tra lui e la Cgil - ha aggiunto il segretario generale della Cisl - perché non porterà a nulla di buono, né per il governo, né per il sindacato, né per il Paese».

«Più rigore sulla cassa in deroga
«Sulle misure che la Cisl vorrebbe venissero adottate dal nuovo governo, Bonanni ha concluso: «Sulla cassa integrazione in deroga, la nostra posizione è che va mantenuta in piedi, però va rivisto il meccanismo di copertura. Ci vuole molto più rigore per scegliere il perimetro di intervento. Era esattamente quello che abbiamo chiesto ai ministri Fornero e Giovannini, ossia di giustificare il sostegno solo a chi partecipa ad esempio a corsi di formazione; chi non partecipa perde l'indennità». E ancora: «È una proposta che facciamo da diverso tempo, il governo non si metta in testa di modificare in piena crisi i meccanismi di copertura perché farebbe solo male alle persone e magari, nell'intento di andare a sostenere non si sa chi, si prendono i soldi solo ai lavoratori. Le casse integrazione in deroga sono pagate dallo stato ma la stragrande maggioranza sono pagate dalle imprese e dai lavoratori».

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