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Questo articolo è stato pubblicato il 10 marzo 2014 alle ore 20:06.
L'ultima modifica è del 11 marzo 2014 alle ore 08:50.

Renzi assicurerà parità in lista
«Il Pd - ha scritto su Facebook il premier e segretario del Pd, Matteo Renzi - rispetta il voto del Parlamento sulla parità di genere. Ma rispetta anche l'impegno sancito dalla direzione su proposta del segretario: nelle liste democratiche l'alternanza sarà assicurata. Ho sempre mantenuto la parità di genere. Non intendo smettere adesso».
I tre emendamenti
Tre gli emendamenti "rosa" che erano stati presentati con tre possibili soluzioni per assicurare la parità di genere: l'alternanza uomo-donna nei listini bloccati, il 50 per cento di capilista donne o in alternativa il 40 per cento di capilista donne. La seconda parte dell'emendamento non é stata messa in votazione in quanto decaduta perché relativa all'articolo 2 dell'Italicum, già stralciato come da accordo politico tra Renzi, Berlusconi e Alfano, che prevede che la riforma elettorale valga solo per la Camera e non per il Senato. No dell'Aula, subito dopo, anche al secondo emendamento bipartisan. In questo caso a essere bocciata è stata la proposta di modifica che prevede la parità di genere sui capilista. Poi la Camera ha respinto, sempre a scrutinio segreto, anche l'emendamento bipartisan alla legge elettorale che prevede l'alternanza dei sessi come capilista all'interno di ciascuna regione con una percentuale al 40-60% nella indicazione dei capilista.
Ideatrice della protesta cromatica è stata Laura Ravetto
Ideatrice della protesta cromatica è stata Laura Ravetto: «Il bianco è l'unico non colore che li contiene tutti. Domani vestiamoci di bianco #paritadigenere», aveva scritto ieri la deputata di Forza Italia in un tweet. Subito le aveva risposto la deputata del Pd Alessandra Moretti: «Avevamo proposto il rosso domani x #paritadigenere ma è meglio il bianco di @lauraravetto così anche gli uomini potranno seguirci!».
Chiesto il voto segreto
La votazione si è svolta a scrutinio segreto.Tra i firmatari della richiesta di voto segreto sugli emendamenti sulla parità di genere (39 in tutto) figurava all'inizio anche il nome del relatore alla legge elettorale, Francesco Paolo Sisto, che poi ha ritirato la sua firma. La maggior parte delle firme sono state di deputati contrari alla parità di genere per legge, tra cui molti esponenti di Forza Italia e della Lega.
Battibecco Boldrini-La Russa
Si è protratto per un'ora e mezza il dibattito sugli emendamenti sulla parità di genere alla legge elettorale. All'ennesima richiesta di intervento, il deputato di Fdi, Ignazio La Russa, ha borbottato, ma la presidente della Camera Laura Boldrini subito lo ha richiamato: «onorevole La Russa, il dibattito è importante».
Zampa: sono mancati i voti del Pd
Sandra Zampa (Pd) ha puntato il dito contro il Pd per la bocciatura degli emendamenti alla legge elettorale sulla parità di genere. «Mancano voti nostri. Lo dicono numeri», ha scritto su Twitter. E anche in aula ha espresso le sue critiche. «Fuori c'é un mondo che cambia, non lo fermeremo votando in modo ingannevole, coperti dal voto segreto», ha detto, «domani saremo giudicati e perderemo ancora più credibilità».
Giuditta Pini invoca Lorena Bobbit e poi chiarisce: scherzo
Giuditta Pini, deputata del Pd, ha attaccato via Twitter i parlamentari che hanno votato no alla parità di genere nella legge elettorale. «Che lo spirito di Lorena Bobbit accompagni stanotte i colleghi che hanno bocciato l'emendamento», ha scritto su Twitter dopo il voto sull'alternanza di genere nelle liste. Lorena Bobbit nel 1993 evirò il marito e si difese in tribunale sostenendo di avere reagito così agli abusi del compagno. Pini ha però subito chiarito, sempre sul socialnetwork, che il suo era un commento ironico. «Si scherza».
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