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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2014 alle ore 22:24.

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L'abitazione romana di Claudio Scajola, (sulla sinistra) sullo sfondo il Colosseo. (Ansa)L'abitazione romana di Claudio Scajola, (sulla sinistra) sullo sfondo il Colosseo. (Ansa)

La giustizia ha confermato l'acquisto «a sua insaputa» dell'immobile di via Fagutale con vista Colosseo. Il giudice monocratico Elena Santolini scrive nelle motivazioni della sentenza che il 27 gennaio scorso ha assolto l'ex ministro per l'acquisto dell'immobile, che Claudio Scajola era «inconsapevole» e non in grado di conoscere il sovrapprezzo dell'appartamento acquistato.

Scajola era «inconsapevole» del sovrapprezzo
L'ex ministro, giudicato per finanziamento illecito, «era inconsapevole» - è scritto nelle 40 pagine del provvedimento - che l'imprenditore Diego Anemone, nei confronti del quale è stato dichiarato il non doversi procedere per prescrizione, avesse concordato con le sorelle Papa, proprietarie dell'appartamento di 210 metri quadri, le «modalità dell'ulteriore pagamento». Non a caso - è scritto nelle motivazioni - al «momento della consegna» della parte eccedente la somma versata da Scajola alle sorelle Papa, da parte dell'architetto Angelo Zampolini, uomo di fiducia di Anemone, «Scajola era assente».

L'unico referente dell'ex ministro era Balducci
Scrive ancora Santolini nelle motivazioni che l'ex ministro «appare credibile» quando afferma di non aver avuto alcun motivo di parlare con altri del prezzo dell'appartamento «dal momento che il suo unico referente, in ordine all'acquisto del bene, era Angelo Balducci, persona vicina al Vaticano e conosciuta già dal 2000, che si era fatto carico di aiutarlo per la ricerca della casa a un prezzo di circa 600-700 mila euro e poi, in un secondo momento, lo aveva di nuovo avvisato dell'opzione esistente sull'immobile di via del Fagutale da parte del coimputato Anemone».

Anemone versò 1,1 miliardi senza che l'ex ministro «ne sapesse alcunché»
Sui motivi per i quali l'imprenditore Anemone versi un milione e centomila euro alle sorelle Papa per l'acquisto dell'immobile vicino al Colosseo «senza che il beneficiario di siffatta elargizione ne sapesse alcunché», il giudice Santolini, nelle motivazioni della sentenza di assoluzione di Scajola, afferma: «non è inverosimile ipotizzare che Balducci, una volta avuta richiesta da Scajola di aiutarlo a trovare un'abitazione, possa aver pensato, unitamente ad Anemone, di sfruttare positivamente quella situazione, in vista di eventuali richieste di favori da avanzare all'allora ministro».

Scajola: ho sempre detto la verità
«La verità è una sola. E io l'avevo detta fin dal primo giorno. Non l'hanno avuta vinta, per una volta, coloro che hanno speculato sopra il calvario mediatico giudiziario cui sono stato sottoposto», è stato il primo commenro dell'ex ministro Scajola. «Adesso è ora di voltare pagina».

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