Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2014 alle ore 20:29.

My24

Con 239 voti a favore, 6 contrari e 2 astenuti l'assemblea del Senato ha approvato questo pomeriggio il disegno di legge sul ricollocamento dei magistrati che hanno svolto attività politica. Il provvedimento, passa ora all'esame della Camera. A sostegno del ddl hanno votato praticamente tutti i partiti: Pd, Fi, Ncd, Lega Nord, M5S, Scelta civica, Gal e Autonomie; contrario solo il gruppo Per l'Italia. Soddisfatto Felice Casson (Pd), relatore in commissione Giustizia, secondo cui «il Senato è intervenuto su una materia particolarmente delicata, e anche scivolosa», fissando «regole chiare per i magistrati che ad un certo punto decidono di optare per l'attività politica».

No toghe candidate dove hanno prestato servizio nel quinquennio precedente
Ma cosa prevede in concreto la riforma? Il Ddl pone limiti in entrata e in uscita dalla carriera in magistratura, escludendo che le toghe possano candidarsi alle elezioni o assumere l'incarico di assessore in territori ricadenti nelle circoscrizioni elettorali dove hanno prestato servizio nei cinque anni precedenti. Fissato anche il principio secondo cui il magistrato debba trovarsi in aspettativa all'atto della candidatura e anche al momento dell'accettazione di eventuali cariche di governo. Lo svolgimento di attività politica viene poi inserita tra le cause di astensione o ricusazione del giudice.

Zanettin (Fi): voto bipartisan conferma giusto punto di equilibrio
A voto bipartisan concluso, il relatore del provvedimento in commissione Affari costituzionali, Pierantonio Zanettin (Fi) sottolinea come la questione dei giudici in politica sia astata «per un ventennio all'esame del Parlamento senza mai risolversi perché le diverse sensibilità non hanno mai saputo trovare un giusto punto di equilibrio». L'approvazione uquasi unanime a palazzo Madama «dimostra che finalmente oggi sussistono le condizioni politiche perché questa importante riforma di iniziativa parlamentare giunga a destinazione».

De Cristofaro (Sel): passo positivo per settore molto delicato
Per Peppe De Cristofaro (Sel) «La legge sulla eleggibilità dei magistrati è senz'altro un passo positivo» perché «per la prima volta regolamenta con norme precise un settore molto delicato». Il Ddl coniuga infatti «esigenze diverse ma tutte fondamentali: l'autonomia e indipendenza della magistratura, il diritto di tutti i cittadini a partecipare alla gestione della cosa pubblica potendo poi tornare, una volta esaurito il loro mandato, al loro lavoro, la garanzia per tutti di poter guardare all'amministrazione della giustizia senza temere un atteggiamento pregiudiziale da parte della magistratura».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi