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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2014 alle ore 21:48.
L'ultima modifica è del 13 marzo 2014 alle ore 22:05.

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La Russia però muove truppe anche al confine con l'Ucraina dell'est (8.500 soldati impegnati nel Distretto Militare meridionale, rende noto il ministero della Difesa nel suo sito, alle esercitazioni partecipano tra gli altri mezzi di artiglieria e rampe di lancio di missili Grad, Hurricane e Tornado), il parlamento di Kiev dà il via alla fomrazione della Guardia Nazionale - un corpo di 60mila uomini che deve difendere il paese e mantenere l'ordine nei prossimi giorni quando si voterà in Crimea il referendum per l'annessione alla Russia.

Allarme da Gazprom
I mancati pagamenti da parte di Kiev stanno creando nel bilancio di Gazprom un buco che avrà effetti negativi su investimenti e dividendi. Lo dice il ceo dell'azienda russa Alexei Miller parlando a Berlino. «Noi vorremmo che i nostri partner ucraini pagassero i debiti. Non vogliamo una crisi del gas». I mancati pagamenti «rappresentano un buco nei bilanci con ripercussioni sugli investimenti per l'anno corrente e sui dividendi dei nostri azionisti. Tra i nostri azionisti ci sono tanti stranieri e i ricavi e i dividendi sono anche loro», ha aggiunto. In un comunicato successivo, Gazprom evidenzia che «l'Ucraina sta attraversando una crisi molto seria, ma deve pagare i suoi debiti per il gas che ha acquistato. Le nostre azioni nei confronti dell'Ucraina sono assolutamente leali. Avremmo il diritto, da contratto, a fare appello alla clausola del pagamento anticipato, ma non abbiamo intenzione di farlo, per evitare il collasso economico dell'Ucraina e di minacciare il transito di gas verso l'Europa. Chiediamo che i nostri partner ucraini restino solvibili e non vogliamo una crisi del gas». L'azienda russa spiega di aver «appreso che gli Usa hanno intenzione di supportare l'Ucraina con un aiuto di 1 miliardo di dollari, ma la Russia ha già concesso un aiuto finanziario di 5 miliardi di dollari. Lo scorso anno abbiamo garantito all'Ucraina un prestito di 3 miliardi e i restanti 2 miliardi di debito in forniture di gas sono de facto un prestito».

Ieri Washington ha espresso il suo sostegno al governo di Kiev in tutte le sedi. Al Dipartimento di Stato, dove il segretario di Stato John Kerry ha accolto il premier ad interim ucraino Arseniy Yatsenyuk, poco dopo aver annunciato il suo viaggio di venerdì a Londra per incontrare il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Alla Casa Bianca, dove Yatsenyuk ha poi avuto un faccia a faccia con il presidente Barack Obama, il quale ha confermato il suo più totale appoggio Kiev. A Capitol Hill, dove in serata la commissione per le relazioni estere del Senato ha ascoltato le esortazioni di Obama e ha approvato il pacchetto di aiuti all'Ucraina, un primo passo verso il nulla osta da parte di tutta l'Aula.Oggi Yatsenyuk sarà invece a New York al Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il premier ha precisato che gli aiuti che potrebbe erogare il Fondo Monetario Internazionale "non sono una caramella dolce", riferendosi al fatto che Kiev deve accettare condizioni stringenti per poterli ricevere.

Dinanzi alla crisi ucraina, il senatore repubblicano americano John McCain, la voce più insistente per un intervento americano in Siria, volto dei repubblicani interventisti e candidato alla Casa Bianca sconfitto nel 2008 da Obama, sollecita un'integrazione più rapida di Georgia e Moldova nella Nato. Per rispondere alle azioni di Mosca in Crimea, ha detto l'ex candidato alla Casa Bianca, bisognerebbe «accelererare il percorso della Georgia e della Moldova nell'Alleanza atlantica».

L'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, OECD in inglese) annuncia oggi di aver sospeso «momentaneamente» il processo di adesione della Russia e di voler rafforzare la cooperazione con l'Ucraina. «Dopo una riunione del consiglio di governance il 12 marzo l'Ocse ha rinviato le attività legate al processo di adesione della Federazione Russa, per il momento». Invece gli osservatori militari dell'Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) «sono in questo momento nell'Ucraina orientale» dove è alta la tensione, in particolare nelle regioni di Donetsk e Kharkiv, riferiscono all'Ansa fonti qualificate.

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