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Questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo 2014 alle ore 13:39.
L'ultima modifica è del 14 marzo 2014 alle ore 15:55.

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Quando c'era Mario Monti a Palazzo Chigi l'aggettivo scelto da Angela Merkel sulle riforme che – allora – lui mise in campo fu «impressive». Questa volta a dare il tono della visita ufficiale che Matteo Renzi si appresta a fare a Berlino è il portavoce della Cancelliera, Steffen Seibert, e l'aggettivo che sceglie per "battezzare" le riforme del neo premier è diverso, «ambiziose».

È chiaro che dei due governi quello di Monti era molto più vicino alle aspettative dei tedeschi – e il grado di affidabilità molto più alto – e che ora a Renzi tocca il compito di presentare il suo "piano" come una scommessa ma non come un azzardo. Ecco l'offensiva diplomatica del neo premier in questi due giorni tra Parigi e Berlino deve evitare proprio questa sensazione, che il suo sia un progetto da "avventuriero", pericoloso sia per l'Italia che per l'Europa.

La carta delle elezioni Ue
Matteo Renzi ha dalla sua una sola buona carta da giocare che sono le condizioni politiche: cioè una campagna elettorale per le europee molto scivolosa non solo per il nostro Paese ma per tutta l'Unione che vive il suo minimo storico di popolarità. Dunque Berlino – e più ancora Parigi – qualche margine potranno e dovranno concederlo per non lasciare che i populismi, in particolare italiani, mettano il Paese su un crinale pericoloso rispetto all'adesione all'Europa e agli impegni presi con Bruxelles. Un margine che però non è un "tema libero" ma un campo da riempire con caselle sostanziali.

Il pranzo con Napolitano
Di questo si è parlato oggi nel pranzo con Giorgio Napolitano al Quirinale, al quale hanno partecipato oltre al premier anche i ministri Padoan, Mogherini, Guidi, Poletti, Galletti, il sottosegretario Gozi (delega Ue) e il sottosegretario a Palazzo Chigi Delrio. Una delegazione corposa perchè corposo è il piano di riforme che Renzi deve presentare all'Europa se davvero vuole spuntare un margine di flessibilità anche se dentro la soglia del 3%. È vero che il pranzo di oggi è un appuntamento tradizionale ogni volta che c'è un Consiglio Ue (il 20-21 marzo) ma questa volta la ritualità si mescola con l'eccezionalità della proposta che il neo premier vuole presentare all'Europa. E di cui Giorgio Napolitano sarà messo al corrente anche per esprimere la sua opinione e dare i suoi consigli rispetto al tentativo di voltare la pagina dell'austerità.

Colle: alleato per una "svolta" virtuosa, non per l'azzardo
Il capo dello Stato ha sempre mantenuto una linea di coerenza rispetto agli impegni assunti dall'Italia, ma recentemente, nel suo discorso al Parlamento Ue, ha ricordato come l'Italia abbia fatto i suoi compiti e che ora tocchi all'Europa darsi una prospettiva di crescita. Dunque, al Colle, Renzi troverà un alleato ma rispetto a un piano di riforme circostanziato e con coperture certe per un nuovo "scambio" con Bruxelles. Non un alleato per l'azzardo.

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