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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2014 alle ore 22:28.
L'ultima modifica è del 19 marzo 2014 alle ore 22:36.

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Janet L. Yellen (Afp)Janet L. Yellen (Afp)

New York – Janet Yellen ha cercato un nuovo equilibrio tra sostegno all'economia e ritiro di eccessivi stimoli straordinari. La "dottrina Yellen", emersa al termine di due giorni di vertice della Fed, prescrive una modifica della "guidance", i cruciali criteri guida per decidere sul rialzo dei tassi di interesse. Ha abbandonato il target di un calo del tasso di disoccupazione sceso al 6,5%, ormai troppo vicino al 6,7% attuale e giudicato inadeguato a valutare la vera salute del mercato del lavoro. Per adottare al suo posto un "ventaglio di dati", dall'occupazione alle condizioni finanziarie.

Yellen, al debutto da presidente della Banca centrale e da protagonista della sua periodica conferenza stampa, ha anche indicato che un primo rialzo del costo del denaro, se l'espansione procederà sul cammino desiderato dalla Fed, potrebbe essere in agenda «sei mesi» dopo la fine del tapering, gli acquisti di asset oggi in diminuzione. Quindi forse a partire dall'estate del 2015. Una precisazione che, mentre il tapering è proseguito al ritmo di una riduzione di dieci miliardi a 55 miliardi al mese, ha scosso le borse. Ma la Fed ha contemporaneamente chiarito che il costo del denaro rimarrà ancora a lungo vicino allo zero. E che dovrebbe restare basso anche una volta tornata la normalità nei trend di crescita e occupazionali.

La guidance sul tasso di disoccupazione – e su un'inflazione non superiore al 2,5% - era stata fatta propria dalla Fed nel 2012 per dare allora maggior certezza agli obiettivi della Banca centrale al cospetto dei mercati. Ora invece, a detta della maggioranza dei governatori, rischia di generare solo tensioni. Meglio adottare un criterio definito come qualitativo e che intende misurare i progressi verso «la massima occupazione» e «un'inflazione al 2%». Solo uno è stato il voto di dissenso sulla riforma della guidance.
La Fed, nell'insieme, vede oggi un'economia americana che ha frenato nei mesi invernali, danneggiata dal maltempo. Con una disoccupazione ancora elevata. Ma gli Stati Uniti rimangono in crescita e il clima economico dovrebbe migliorare nei prossimi mesi. La Banca centrale ha inoltre aggiornato le sue previsioni di più ampio respiro: per il 2015 si attende una crescita al 2,8%-3%, leggermente meno del 2,8%-3,2% previsto in precedenza. Il tasso di disoccupazione dovrebbe però calare ulteriormente al 6,1%-6,3% entro fine anno. Sui tassi di interesse la maggioranza della Fed pronostica un rialzo almeno all'1% entro la fine del 2015.

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