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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2014 alle ore 18:37.

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Sarà ancora una volta una società giapponese a realizzare un'operazione scientifico-culturale dentro le mura vaticane. Come accadde per la Cappella Sistina trent'anni fa, il cui restauro fu possibile grazie al sostegno finanziario del Sole Levante, oggi l'intervento riguarda la Biblioteca Apostolica Vaticana, scrigno di un tesoro inestimabile. Sarà la Ntt Data Corporation, fornitore di soluzioni di Information technology, a realizzare – insieme agli esteri vaticani - il progetto di digitalizzazione dei manoscritti della "biblioteca dei Papi".

Il progetto complessivo, avviato dalla Biblioteca da alcuni anni e attualmente in corso con una produzione dei primi 6.800 manoscritti, prevede la digitalizzazione di tutti i manoscritti conservati in Biblioteca per un totale di 82mila esemplari e di circa 41 milioni di pagine.

La fase iniziale della collaborazione, che ha un valore stimato di circa 18 milioni di euro, ha come obiettivo di digitalizzare circa 3mila manoscritti nell'arco di quattro anni: nel 2018 i documenti digitalizzati saranno circa 15mila, come ha spiegato il prefetto della Biblioteca, monsignor Cesare Pasini, nella conferenza in sala stampa vaticana, cui hanno partecipato l'arcivescovo Jean-Lous Bruguès O.P., archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, Toshio Iwamoto, presidente e Ceo di Ntt Data corporation, e Patrizio Mapelli, ceo di Ntt Emea.

L'impegno finanziario del progetto quindi sarà in buona parte a carico di Ntt, che nell'iniziativa impiegherà a regime circa 50 persone tra italiani e giapponesi e dal punto di vista strumentale inizialmente tre scanner, che saliranno a cinque. Dal punto di vista economico l'azienda potrà avvalersi dell'intervento di sponsor esterni. In ogni caso l'azienda ha una grande specializzazione sul tema, avendo già avviato progetti analoghi sull'archivio di manoscritti del parlamento giapponese. «Tutti i manoscritti digitalizzati grazie a questo progetto saranno resi disponibili sul sito della Biblioteca – ha detto Iwamoto – nella forma ad alta definizione».

Tra i manoscritti di maggior rilievo della Biblioteca Apostolica che verranno digitalizzati nella prima fase del progetto vi sono, ad esempio, il Virgilio Vaticano: codice prodotto a Roma verso il 400 d.C., uno dei pochi esempi superstiti di antica illustrazione di un testo classico. Il codice, studiato da Raffaello e acquistato da Fulvio Orsini nel 1579, giunse nella Biblioteca Vaticana nel 1600.

Saranno digitalizzate anche la illustrazioni della Divina Commedia eseguite da Sandro Botticelli per Lorenzo il Magnifico, nel secolo XV; un manoscritto ebraico magnificamente miniato del Mishneh Torah di Maimonide, databile fra il 1451 e il 1475, e una collezione di 73 frammenti coranici cufici già appartenuta all'antiquario e bibliofilo Tammaro De Marinis.

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